L'INIZIATIVA

Nasce il Vodafone Village, la cittadella da 300 milioni

Apre i battenti la nuova sede milanese. L’Ad Bertoluzzo: “Diamo un segnale per il futuro, per noi e per il Paese”

Pubblicato il 18 Giu 2012

Gianluigi Bonanomi

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300 milioni di euro di investimenti, un complesso di quasi 67.000 metri quadrati, un luogo di lavoro moderno ed ecosostenibile per 3000 dipendenti (sugli 8000 in tutta Italia). Questi i numeri del Vodafone Village: la nuova sede di Milano (in via Lorenteggio), inaugurata in pompa magna sabato scorso alla presenza delle maggiori autorità cittadine e nazionali, Premier Monti in testa.
Il padrone di casa, l’ad Italia Paolo Bertoluzzo, ha aperto le porte della cittadella realizzata dal Gruppo Carminati, e progettata dagli architetti Gantes e Morisi. “Benvenuti nella nostra nuova casa – ha detto l’ad nella conferenza che preceduto la cerimonia di inaugurazione con tanto di taglio del nastro – Non è solo un avveniristico polo tecnologico-commerciale. Questo è un simbolo: la risposta di un’azienda che investe sul futuro. Del resto Vodafone è il primo investitore estero in Italia, con un miliardo di euro l’anno. Abbiamo voluto creare, in meno di quattro anni, un complesso all’altezza delle nostre ambizioni”. Il polo di quattro palazzine, che raccoglie i lavoratori finora sparsi in una quindicina di posti diversi nell’hinterland, è all’avanguardia dal punto di vista tecnologico ed ecologico: spiccano la rete di quarta generazione, i pagamenti Nfc (contactless), l’indipendenza energetica e l’ecosostenibilità ambientale (addirittura con cemento mangia-smog).


Vittorio Colao, ad del gruppo Vodafone, sottolinea l’importanza dello sforzo: “La quinta società europea, prima nel settore delle Tlc, ha sempre ritenuto l’Italia un Paese strategico: sicuramente il più importante dal punto di vista dell’innovazione (basti pensare alla Nfc, agli Sms solidali, alla station convergente: tutti nati qui ed esportati all’estero). Ora Vodafone Italia ha il quartier generale che si merita. Non sono più i tempi di Ivrea, quando il nostro stabilimento non aveva nemmeno i bagni…”. Ora la nuova sede vanta anche un asilo (con 66 posti), un centro medico, decine di luoghi per meeting e relax, un giardino fotovoltaico da 800 metri quadrati e un impianto di trigenerazione da 3 Megawatt. All’interno del Vodafone Village, aperto in parte anche ai clienti, si gestisce l’intera infrastruttura di rete (Network Operations Center) e la centrale operativa di sicurezza (Security Operations Center). Completano il complesso un Learning Center (un luogo di formazione per ospitare 180 dipendenti e partner) e un auditorium da 400 posti. Nel Village i dipendenti potranno usare la Village Navigator, un’app per orientarsi nel complesso e comunicare tra loro.
Durante la cerimonia di inaugurazione il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha apprezzato particolarmente l’opera di riqualificazione di un’area in stato di abbandono (era un’ex area industriale dismessa) e l’attenzione al benessere dei lavoratori. Punto sottolineato anche dal Premier Mario Monti: “Non può essere un caso che Vodafone era prima Omnitel, nata nel gruppo Olivetti.

E proprio ad Adriano Olivetti si pensa quando si parla di attenzione ai lavoratori. Olivetti aveva capito che un buon ambiente di lavoro vuol dire benessere, soddisfazione, motivazioni; la valorizzazione del capitale umano aumenta la produttività dell’azienda, porta innovazione e maggior competitività. Anche al sistema Paese”. Il Premier ha poi ricollegato il discorso sulla nuova casa Vodafone con la situazione critica del Paese e del Continente: “Questa iniziativa è un salto avanti ponderato, realizzato con entusiasmo. Un’iniziativa italiana, europea, mondiale: simbolo della nuova economia. Proprio all’Europa, in questo momento vista come debole e in difficoltà, voglio rivolgere un pensiero. Penso al trattato di Lisbona, che si fonda sul principio di un’economia sociale di mercato altamente competitiva. Vodafone incarna proprio questi elementi: sono leader di mercato ma guardano all’aspetto sociale del lavoro. Per questo devono essere d’esempio alle altre imprese. E al Paese intero”.

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