Filippine, al vaglio nuova tassa su Sms e Mms

Il nuovo provvedimento porterà nelle casse dello Stato quasi mezzo miliardo di dollari

Pubblicato il 11 Set 2009

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Le Filippine sono pronte ad introdurre una nuova sovrattassa sugli
sms e gli mms di 5 centavo (circa un millesimo di dollaro) che sta
incontrando una fortissima resistenza fra gli elettori. La tassa
porterebbe nelle casse del governo quasi mezzo miliardo di dollari,
utili in un momento di difficoltà finanziaria: a pagare il conto
sarebbero, ovviamente, i 70 milioni di utenti della telefonia
mobile del paese asiatico. Si tratta di un argomento
particolarmente sensibile perché solamente otto anni fa, nel 2001,
gli sms ebbero un ruolo cruciale nel portare in piazza decine di
migliaia di persone per protestare pacificatamente contro la
presidenza di Joseph Estrada.

“Ribellarsi a questa nuova tassa è giustificato”, ha spiegato
Anthony Ian Cruz, il numero uno di Txt power, avvisando anche i
politici al governo, che l’anno prossimo inseguiranno una
rielezione, dell’effetto che avrebbe sui sondaggi. La legge,
tuttavia, ha già passato l’esame della Commissione finanze della
Camera bassa e i firmatari ora stanno spingendo perché il
Parlamento la approvi in tempi rapidi, in modo da sottoporla al
presidente Gloria Arroyo per la firma, mentre chi si oppone fa
notare che l’esecutivo raccoglie già, sui servizi di telefonia
mobile, un’Iva  pari al 12 per cento e che invece di imporre
nuove tasse dovrebbe focalizzarsi sulla riduzione delle spese e la
lotta alla corruzione.

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