LE REAZIONI

Ngn, Hsbc e Morgan Stanley: “Piano Kroes rivoluzionario”

In due documenti riservati, visionati dal Corriere delle Comunicazioni, l’analisi dettagliata dell’impatto delle nuove misure annunciate ieri dalla Commissione Ue per spingere la realizzazione dei network in fibra. La “deregulation” sui prezzi wholesale darà grande slancio agli investimenti. Positiva anche la decisione di non tagliare le tariffe Ull del rame. Vola in Borsa il titolo Telecom Italia

Pubblicato il 13 Lug 2012

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“La più importante misura presa negli ultimi dieci anni”: con queste parole l’istituto di analisi Hsbc commenta il piano di deregulation sulla fibra annunciato ieri a Bruxelles dal commissario Ue all’Agenda digitale Neelie Kroes (scarica qui il paper della Commissione Ue) in un documento che il Corriere delle Comunicazioni ha potuto visionare. “La questione regolatoria è sicuramente la più incisiva, ossia quella che ha più impatto sugli investimenti degli operatori di Tlc. Nessun altra decisione è più importante per determinare la spinta a investire rispetto a quella dei prezzi di accesso ai network del futuro”.

Secondo Hsbc gli annunci della Kroes (scarica qui lo speech di Neelie Kroes) “vanno nella direzione giusta” e soprattutto “rimuovono una delle maggiori barriere sulla strada degli operatori che investono”. Tre, secondo gli analisti di Hsbc, i pilastri su cui la strategia deve fare leva: flessibilità sui prezzi di accesso wholesale alla fibra, una revisione dei prezzi di unbundling del rame e “agnosticismo” tecnologico ossia la possibilità di sviluppare i network sulla base delle tecnologie considerate più performanti e più convenienti da un punto di vista economico da parte degli operatori.

“L’approccio della Commissione europea è orientato a dare agli incumbent la flessibilità necessaria per giustificare l’upgrade delle reti e i regolatori nazionali non saranno più obbligati a gestire la regolazione dei prezzi a tutti i servizi Nga, a patto però che gli operatori determino le tariffe sulla base del principio di “equivalenza” ossia di accesso a pari condizioni al network agli Olo”.

Anche Morgan Stanley è intervenuta sul nuovo orientamento europeo in un documento anch’esso visionato dal nostro giornale. “Il cambiamento di approccio è significativo – si legge nel documento -. Fino ad oggi la regolazione è stata determinata in ottica di promozione della competizione facendo leva sui prezzi. Ma è evidente che oggi bisogna ragionare in chiave di spinta agli investimenti nelle nuove reti”.

Morgan Stanley “benedice” anche la decisione in merito di mantenere stabili i prezzi di accesso al rame: “Gli investimenti in fibra stanno aumentando in quei Paesi europei dove i prezzi in rame sono in linea o più elevati rispetto alla media Ue”, a dimostrazione – è il parere degli analisti – che mantenere “alti” i prezzi del rame rappresenta una spinta agli investimenti più che un ostacolo.

Morgan Stanley ritiene che il piano europeo avrà come impatto un’accelerazione sul deployment dei piani di investimento in Vdsl e reti in fibra annunciati dagli operatori.

Intanto, Telecom Italia recupera terreno, dopo lo scivolone della vigilia, grazie alle anticipazioni sulle nuove norme per il settore tlc presentate ieri dalla commissaria Ue Neelie Kroes. Al rialzo per tutta la giornata, infatti, il titolo dell’operatore ha chiuso a +4,56%. Il ‘pacchetto’ studiato per incentivare la rete Ngn rappresenta una buona notizia per Telecom, commentano analisti e operatori, soprattutto per le sue attività domestiche. Per il secondo trimestre gli analisti di Intermonte si attendono “ricavi domestici stabili”. Il progetto di Bruxelles “é positivo per il settore in generale e per gli operatori incumbent perché protegge il valore delle reti in rame esistenti e garantisce una maggiore flessibilità in termini di regolamentazione per gli operatori incumbent che vogliono costruire reti Ngn” commenta Intermonte in un report.

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