LA SEMESTRALE

Telecom Italia torna in utile, Bernabè: “Non cederemo la rete”

Nel primo semestre il gruppo registra profitti in crescita di 3,3 miliardi. Il debito cala di 800 milioni a 3,36 miliardi. Crescono le attività in Sud America, mentre in Italia i ricavi calano del 3%. Il presidente esecutivo: “Confermati i target 2012”

Pubblicato il 02 Ago 2012

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Il Gruppo Telecom Italia torna in utile e chiude il primo semestre dell’anno con profitti per 1,2 miliardi, in crescita di 3,3 miliardi (al netto di due miliardi di svalutazioni) rispetto allo scorso anno. Frenano i margini su cui pesano la crescita degli investimenti in Argentina e Brasile, ma al contempo cala il debito di 800 milioni a 3,36 miliardi tanto che il presidente esecutivo, Franco Bernabè, conferma l’obiettivo per fine anno: indebitamento a 2,7 miliardi di euro.

“La società torna a registrare un solido utile, nonostante l’aggravarsi della situazione economica in Italia e il rallentamento dell’economia anche nei Paesi latinoamericani – sottolinea Bernabè – Sul fronte domestico sono stati raggiunti nel primo semestre 2012 risultati importanti, particolarmente evidenti nel settore Consumer, mentre l’area delle piccole e medie imprese sta risentendo della difficile situazione di mercato, aggravata dalla difficoltà di accesso al credito”.

I risultati semestrali consentono al gruppo di confermare i dividendi e l’obiettivo di riduzione del debito, perché – spiega il presidente “in un contesto caratterizzato da estrema difficoltà nell’accesso al credito per la maggior parte delle imprese italiane, Telecom ha collocato obbligazioni per 1,5 miliardi di euro mantenendo il margine di liquidità ai livelli necessari a coprire le scadenze del debito fino al 2014”.

Nella conference call che ha seguito l’annuncio della semestrale, Bernabè ha assicurato che “Telecom Italia non sta pensando di cedere il controllo della rete di accesso che è uno dei suoi asset core”.

“Nonostante stiamo esplorando tutte le diverse possibilità a nostra disposizione – ha precisato Bernabè riferendosi alle possibili opportunità di valorizzare la rete – non stiamo assolutamente pensando a perderne il controllo. La rete è una dei nostri principali asset, rimarrà con noi per il futuro e nel lungo termine, non c’è dubbio a questo proposito”.

Sul versante della vendita di Telecom Italia Media, il presidente si è limitato a dire che “il processo di cessione sta continuando e abbiamo una serie di richieste. Vi sono stati degli interessi e non appena abbiamo qualcosa da annunciare lo faremo”. “Comunque – ha concluso – la nostra previsione è di chiudere entro la fine dell’anno”.

Entrando nel dettaglio del semestre, Telecom Italia registra ricavi in salita del 3,1% in termini organici a 14,7 miliardi: sul dato l’Italia pesa per il 61,2%, il Brasile per il 25,2% e l’Argentina per il 12,3%. L’ebitda si è attestato a 5,859 miliardi (-1% con l’Italia al 75,2%, il Brasile al 16,8% l’Argentina al 9,4%) e il risultato operativo a 3,205 miliardi (+2,4%).

Per quanto riguarda il singoli mercati, in Italia i ricavi calano del 3% a 9 miliardi, con un segmento consumer a -1,5% quello business -7,6%. L’ebitda è in calo del 2,7% a 4,2 miliardi, ma l’incidenza sul fatturato sale al 48,7%. Stabili a 1,3 miliardi gli investimenti.

In Brasile il fatturato del 12,6% a 3,7 miliardi di euro, bene anche l’ebitda a un passo dal miliardo (987 milioni), mentre gli investimenti sono in crescita a 662 milioni. Preoccupa in Brasile la sospensione delle vendite di nuove sim decisa dall’Anatel a partire dallo scorso 23 luglio, ma la società è fiuduciosa che “l‘Anatel possa a breve disporre la revoca della sospensione”, dopo la presentazione da parte di Telecom Italia di un “apposito piano d’azione dettagliato per tutti gli stati e completo delle singole azioni da mettere in atto per garantire il miglioramento della qualità dei servizi e della rete”. La richiesta giudiziale di sospensiva del provvedimento avanzata da tim celular era stata respinta.

Il fatturato in Argentina cresce di oltre il 20% a 1,8 miliardi, l’ebitda sale a 550 milioni (il 30% dei ricavi) e gli investimenti sono aumentati a 236 milioni.

Contestualmente all’annuncio dei dati finanziari, Telecom Italia ha reso noto che il Cfo Andrea Mangoni, è stato nominato direttore generlae delle attività in Sud America e che il prossimo 18 ottobre si terrà l’assemblea con all’ordine del giorno l’azione di responsabilità nei confronti dell’ex amministratore delegato Riccardo Ruggiero e una proposta di composizione della controversia con l’ex amministratore esecutivo Carlo Buora.

Secondo Asati “la convocazione di una assemblea straordinaria (a metà ottobre) è un atto dovuto” ma l’ordine del giorno invece dovrà essere più aderente alla gravità degli atti ‘delittuosi’ compiuti da un gran numero di dirigenti e membri dei Cda, cosi come è stato già sancito dalle numerose azioni legali che da anni sono state avviate dalla magistratura”.

“Atti delittuosi – prosegue l’associazione in una nota – che hanno comportato ingenti perdite per i risparmiatori-azionisti della società e per i dipendenti che hanno, prima, dovuto sopportare anomali comportamenti e poi pagarne le conseguenze anche con la perdita del lavoro. I nomi di questi dirigenti sono noti, vengono citati anche oggi dalla stampa: Riccardo Ruggiero, Carlo Buora, Luca Luciani, Massimo Castelli, cosi sono oggi valutabili le conseguente anche monetarie dei loro comportamenti”.

I piccoli azionisti chiedono all’assemblea dei soci e al Cda “di pretendere da queste persone un adeguato e significativo risarcimento dei danni. Eventuali patteggiamenti, sempre possibili, devono partire da livelli prestabili che, seppure elevati, non saranno comunque in grado di compensare il danno subito”.

Asati auspica, inoltre, che “venga integrato l’Ordine del giorno di detta assemblea, essa deve costituire anche l’occasione per rimettere mano allo statuto per renderlo più rispondente alle reali esigenze di un più efficace e sicuro governo dell’impresa. Lo statuto oggi è sbilanciato, controproducente e non è in grado di evitare che quanto è successo nel passato si ripeta, basti ricordare le modalità di elezione del Cda”.

A preoccupare anche il fatto che il Cda non abbia assunto le deliberazioni richieste con lettera del 26 luglio, resa nota anche a Consob, inerenti le deleghe ad esso conferite da noi azionisti (aumento del capitale, acquisto azioni proprie), la struttura organizzativa, poco orientata all’innovazione e la gestione di Tim Brasil. “Asati si augura che i provvedimenti, richiamati dalla lettera suddetta, siano assunti direttamente da Bernabè: vigilerà affinché trovino attuazione al più presto, stante la loro importanza per il futuro del Gruppo”.

Asati infine esprime apprezzamento per la nomina di Andrea Magoni.

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