LA SENTENZA

Bobo Vieri: Carlo Buora ordinò lo spionaggio

Questa la motivazione della sentenza che ha condannato l’Inter e Telecom Italia a risarcire il bomber con 1 milione di euro

Pubblicato il 04 Set 2012

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L’ex vicepresidente dell’Inter e ex Ad di Telecom, Carlo Buora, “nel momento in cui procedeva a conferire l’incarico di investigazione allo stesso Tavaroli poteva ben prevedere come possibile l’esecuzione di illecite attività di controllo anche del traffico telefonico del dipendente (Vieri)”. Lo scrive il giudice civile di Milano, Damiano Spera, nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato la società nerazzura e il gruppo di telecomunicazioni a risarcire l’ex bomber con un milione di euro per l’attività di “spionaggio” ai suoi danni.

Agli atti del procedimento civile, infatti, c’era anche l’interrogatorio che Giuliano Tavaroli rese nel 2006 ai pm che indagavano sulla vicenda dei dossier illegali “fabbricati” dalla security di Telecom e Pirelli. L’ex capo della sicurezza aveva raccontato a verbale di aver ricevuto una telefonata della segreteria di Marco Tronchetti Provera in cui gli sarebbe stato detto: “Guardi, la cercherà il dottor Moratti, ha bisogno di una mano, le chiederà una ‘consulenza, tra virgolette”.

Poiché la società calcistica, scrive il magistrato nelle motivazioni, “si era rivolta al dirigente di una nota società di telecomunicazioni per l’espletamento di ‘una consulenza tra virgolette’ (…) si può ragionevolmente ritenere che la richiedente avesse intenzione di estendere l’indagine anche a controlli sui tabulati telefonici. Ciò – prosegue il giudice – a maggior ragione, se si considera il modus operandi già tenuto nelle precedenti investigazioni compiute negli anni 1999-2000 sulle quali ha riferito il teste Cipriani (Emanuele, investigatore privato tuttora sotto processo, ndr)”.

Se a ciò si aggiunge, si legge ancora nelle motivazioni, “che già nel 2000 l’attività investigativa era stata compiuta materialmente dal Cipriani, ma per il tramite del sig. Tavaroli deve affermarsi che il dirigente Inter (indicato nel vice presidente dott. Buora) nel momento in cui procedeva a conferire l’incarico di investigazione allo stesso Tavaroli poteva ben prevedere come possibile l’esecuzione di illecite attivita’ di controllo anche del traffico telefonico del dipendente (Vieri)”.

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