Dècina: “Opac, garantire parità di accesso e fairness”

In qualità di esperto e non di commissario Agcom, Maurizio Dècina delinea il possibile scenario sullo scorporo della rete di Telecom Italia. “La separazione comporta l’acquisizione di nuovi soci che si impegnano a contribuire allo sviluppo di un piano di cablaggio”

Pubblicato il 05 Ott 2012

“Vanno adottati opportuni meccanismi societari per garantire sia la parità di accesso sia la fairness nella conduzione del piano di cablaggio in fibra ottica che sta alla base del business plan di Opac”. È quanto suggerisce Maurizio Dècina, non nel ruolo di commissario Agcom – come lui stesso ha tenuto a ribadire – “ma come esperto tecnico della materia”. Al convegno di BetweenItalia-Smart” di Capri, Dècina – nel puntualizzare che “la proposta di scorporo della rete di accesso di Telecom Italia non è attualmente all’esame dell’Agcom”, approfondisce lo scenario che si può delineare.

“L’idea è che Telecom Italia realizzi la separazione societaria della rete di accesso in rame e in fibra ottica – chiamiamola Opac -, mantenendo la maggioranza azionaria se la società non si quota in borsa. La separazione comporta l’acquisizione di nuovi soci che si impegnano a contribuire economicamente allo sviluppo di un piano di cablaggio del paese in fibra ottica”.

Lo scenario diventa quindi quello di “una rete aperta che offre in wholesale tutti gli elementi passivi degli impianti di rete in rame e in fibra a tutti i concorrenti, TI e olo, rispettando il principio della cosiddetta equivalence of input”, Dunque Opac – ha spiegato Dècina – vende in wholesale a prezzo regolati gli elementi di rete del cosiddetto Mercato 4, mentre i concorrenti vendono a prezzi deregolati i servizi retail ai clienti finali”. Ed è qui che Dècina ritiene opportuna l’adozione di meccanismi in grado di garantire la parità di accesso e la fairness. “Tale piano, che comporta assunzioni importanti per l’unbundling dei rilegamenti in rame e in fibra, determina in ultima analisi l’enterprise value della società Opac. Il valore della rete dipende quindi da una miriade di parametri oltre al semplice numero di doppini: personale dedicato, debiti, investimenti, ricavi, tasse, ritorni, distribuzione degli utili”.

Ma quanta banda serve agli italiani? Dècina – mostrando una slide “pubblicata in un mio articolo sul Corriere delle Comunicazioni”, ha detto alla platea del convegno – quantifica in 500 Mb, di cui i due terzi rappresentati dal video. “Il rame nella rete secondaria è destinato ad avere interessanti evoluzioni tecnologiche – vectoring, bonding, phantom, ecc – per permettere velocità di accesso che vanno dai 50 Mbs del Vdsl2 fino ai 500 Mbs del G.Fast”. Decina sottolinea inoltre che “la concorrenza su questo tratto secondario dell’FttCab è di difficile gestione principalmente a causa dell’integralità del fascio di doppini (fino a 200) che si dipartono dagli armadi. Una interessante ipotesi potrebbe quindi essere quella di inclusione in Opac del servizio Vula FttCab, e cioè della fornitura di un servizio wholesale di tipo attivo, del Mercato 5, a prezzi regolati”. Infine- sottolinea Dècina “la presenza di una rete di accesso aperta produce una nuova cornice delle regole entro cui vanno riconsiderati anche gli altri servizi wholesale attivi del tipo Vula e Bitstream offerti da Telecom”.

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