L'APPELLO

Ftth Council: “Banda larga, Stati Ue sostengano il Cef”

L’associazione scende in campo per spingere il piano Connecting Europe Facility varato da Bruxelles. Il presidente Karin Ahl: “Bisogna mettere l’Europa sulla strada dell’innovazione”

Pubblicato il 09 Ott 2012

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L’Ftth Council Europe si appella agli stati membri perché sostengano il piano Connecting Europe Facility (Cef) dell’Unione europea con l’obiettivo di garantire a tutti i cittadini, anche a quello residenti nelle aree svantaggiate, il servizio di Internet veloce. Secondo le stime dell’associazione servirebbero 73 miliardi di euro per la copertura delle aree rurali che potrebbero, appunto, essere reperiti nel Cef. Tra i driver della domanda, l’Ftth Council Europe individua il telelavoro, l’assistenza sanitaria a distanza e la sostenibilità ambientale, per i quali gli utenti sono disponibili anche a pagare un sovrapprezzo trattandosi di servizi ad alto valore aggiunto.

“I governi che adottano una visione più globale della società e dei benefici che si diffondono attraverso l’economia digitali capiranno l’importanza del Cef – spiega il presidente dell’associazione Karin Ahl – C’è bisogno di costruire reti di comunicazione che guardino oltre i ricavi trimestrali e che possano mettere l’Europa sulla strada per la crescita e l’innovazione”.

Il piano europeo Connecting Europe Facility prevede finanziamenti per 50 miliardi di euro a supporto degli investimenti nei settori dell’energia, dei trasporti e della banda larga.

In queste settimane la Ue sta trattando con gli stati membri il bidhet destinato al Cef e, quindi, anche la parte destinata alla banda larga che sembra destinata ad assottigliarsi. Nell’ultimo summit cipriota, lo scorso 30 agosto, dove si sono riuniti i ministri degli Affari europei il pacchetto di investimenti infrastrutturali ha ricevuto meno supporto dagli stati membri che i capitoli relativi a trasporti ed energia. Fuor di burocratese, significa che il grosso dei 9,2 miliardi di euro (su circa 50) promessi nelle maglie della prossima cornice finanziaria comunitaria all’espansione di banda larga e network di nuova generazione potrebbe essere dirottato verso gli altri due citati settori strategici.

La notizia aveva immediatamente innescato la reazione tonitruante del titolare europeo alla Società dell’Informazione Neelie Kroes. Ai microfoni del Wall Street Journal, la commissaria olandese aveva spiegato che, qualora ratificata, la decisione avrebbe un impatto rovinoso sull’economia europea. L’equazione è cristallina: “se si tagliano gli investimenti sulla banda si azzoppano le prospettive di crescita”. L’altolà della Kroes non risparmia una punta di velenoso sarcasmo: “Alcuni politici pensano che la banda larga non è sexy perché non si può vedere. Beh, lasciatemi dire che la recessione è ancor meno sexy. Non abbiamo bisogno di altri aeroporti vuoti”.

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