L'INTERVISTA

Pileri: “Cloud, investimento a misura del momento”

L’Ad di Italtel: “Le imprese possono velocizzare l’innovazione grazie ad economics in linea con il business”

Pubblicato il 16 Ott 2012

Luigi Ferro

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«Nella situazione di crisi economica che stiamo attraversando, con il cloud le imprese possono coniugare la necessità di non rinunciare ma velocizzare l’innovazione con economics compatibili con lo sviluppo del business aziendale». Forte del suo abituale ottimismo Stefano Pileri, amministratore delegato di Italtel, vede l’uscita dal tunnel ed è convinto che stia aumentando la consapevolezza nei confronti della nuvola che rappresenta un investimento “a misura del momento anche se oggi sono soprattutto le grandi aziende a scegliere la nuvola. Hanno più potere di spesa e presidiano l’IT con strutture aziendali tutt’altro che banali in grado di proporre al vertice le nuove soluzioni tecnologiche”.
Il mancato coinvolgimento di piccoli è frutto anche di una carenza dell’offerta?
È frutto soprattutto della carenza di informatizzazione dei piccoli che rimane uno dei problemi del Paese. Da parte nostra dobbiamo però sforzarci di far capire che si tratta di un tipo di innovazione fatta a misura delle piccole aziende. È sorprendente notare come nella nostra vita privata affidiamo al cloud anche dati sensisibili, pensiamo solo al successo di Facebook. Poi quando andiamo in azienda siamo giustamente più attenti, ma non dobbiamo avere paura.
Dal punto di vista tecnologico quali sono i vantaggi?
Per i server virtuali parliamo di costi di circa 3,5 centesimi l’ora che paghiamo quando utilizziamo le macchine. In più, in caso di bisogno, posso attivare risorse aggiuntive velocemente. Anche lo storage virtuale viene fatturato in base all’utilizzo con un prezziario ben definito. E poi c’è la possibilità di creare un sistema di comunicazione al quale affidare voce, video e messaging. L’offerta è concreta.
Poi c’è il problema della rete…
Le imprese medio-grandi non hanno problemi. Per le pmi localizzate in distretti al di fuori delle grandi aggregazioni urbane, invece, il problema esiste. Entro il 2013 dovremmo risolvere il digital divide, un obiettivo alla nostra portata. Un contributo importante arriverà dallo sviluppo dell’Lte. Poi c’è il tema dell’ultrabroadband che diventa il grande acceleratore di un approccio al cloud. L’affidabilità dell’accesso è cruciale nel cloud e quella in fibra ottica è molto superiore a quella del rame. Inoltre è possibile,con l’Lte, anche realizzare accessi in backup con tecnologie mobili. A questo punto è normale chiedersi se ci sia ancora il bisogno di tenere dei server in azienda.
In questo scenario qual è il ruolo di Italtel?
Italtel ha scommesso sul cloud perché la rete è un must nell’approccio alla nuvola. È impossibile non porsi un tema di verifica, ingegnerizzazione, assessment , miglioramento della rete se si vuole passare a un approccio al cloud. Per questo abbiamo sposato una logica di consulenza verso le aziende e di system integration. Siamo anche uno sviluppatore di componenti sul cloud tanto che tutta l’offerta della ricerca e sviluppo Italtel è stata portata sulla nuvola. La nostra proposizione parte dalla definizione della strategia con il cliente ne definisce il piano d’adozione, la presentazione esecutiva, implementazione, controllo, misura e monitoraggio. Forniamo servizi come virtual office, collaboration e HD video, evoluzione dei data center, data warehouse e business intelligence. Ma lavoriamo anche con diversi operatori telco come per esempio Cloud Italia che rivende il cloud alle aziende e per il quale in tempi brevissimi abbiamo realizzato un progetto di data center innovativi per servizi cloud alle pmi.
La PA è difficile da affrontare?
La digitalizzazione della PA è un obiettivo prioritario dove c’è ancora una prateria a disposizione. Con l’incapacità di spendere e contemporaneamente la necessità di premere sull’acceleratore. Limitandoci al tema dell’Infrastructure as a service pensiamo che oggi mille ospedali grandi e medi sono dotati di un proprio data center che spesso non ha le necessarie caratteristiche di qualità infrastrutturale. Il cloud invece ha il pregio di poter spendere mano a mano che si risparmia ed inoltre si basa su data center di classe elevata. E tutte le indagini affermano che spostando le comunicazioni su rete Ip il risparmio arriva al 30%. Tuttavia accanto a isole di assoluta eccellenza, una per tutte Sogei, c’è anche un grande numero di occasioni che la PA ha mancato. Ma noi siamo ottimisti e non molliamo”.

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