LA CRISI

Zte pronta a ridimensionare la presenza in Italia

Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni l’azienda cinese si starebbe preparando a dare una sforbiciata anche al personale: i tagli riguarderanno dirigenti e impiegati

Pubblicato il 17 Ott 2012

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Zte ridimensione la sua presenza sul mercato italiano. Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni l’azienda ha intenzione di licenziare i dipendenti sia tra i dirigenti sia tra gli impiegati.

Nel nostro Paese Zte fa parte di Anitec – l’ingresso risale al 5 settembre – l’organismo di categoria aderente a Confindustria e socio fondatore di Confindustria Digitale nonché di Assolombarda e Unindustria. “L’adesione ad Anitec rappresenta per Zte Italy un passo fondamentale nel processo di consolidamento e sviluppo della propria attività nel settore delle telecomunicazioni in Italia – aveva detto Wei Li, General Manager di Zte Italy nel giorno dell’adesione – Riteniamo che l’ingresso in questa associazione possa incrementare il prestigio di Zte in Italia, oltre ad assicurarci una maggiore visibilità che potrà offrirci nuove e interessanti opportunità di collaborazione con altri partner del settore”.

Nei giorni scorsi l’azienda cinese ha diffuso un profit warning sui risultati del terzo quarter del 2012, stimando nel periodo perdite nette tra 1,9 e 2 miliardi di yuan (circa 235 milioni-318 milioni di dollari). Secondo Jones Ku, analista alla Barclays, i risultati sono stati “molto più negativi del previsto e il peggio potrebbe ancora arrivare”. Ad influire sul cattivo andamento economico di Zte sono, sempre secondo l’esperto, la crisi del debito europeo, il rallentamento dell’economia negli Usa e in Cina e la situazione generalmente critica dell’intero settore internazionale degli operatori di telecomunicazioni.

Inoltre Zte ha venduto la controllata Zte Special Equipment (Ztesec), attiva nel mercato dei sistemi di sorveglianza, a dieci società di investimento cinesi tra cui Shenzhen Capital Group. L’operazione, che dovrebbe valere tra i 360 e i 440 milioni di renminbi, consentirebbe all’azienda cinese di concentrare le risorse sulle sue attività cre.

Lo scenario già piuttosto fosco è ulteriormente incupito dal recente attacco del Congresso Usa a Huawei e Zte, accusate di essere una minaccia per la sicurezza nazionale nonostante le secche smentite degli interessati. Gli analisti sono certi che le accuse si tradurranno nell’esclusione dei due colossi asiatici dal mercato statunitense nei prossimi anni. Nonostante allo stato attuale gli Usa rappresentino una piccola quota di mercato nel business di Zte e Huawei, in ogni caso le mancate opportunità costituiranno un freno alla crescita delle due aziende in territorio americano e probabilmente anche altrove. Si teme infatti che possa verificarsi una sorta di reazione a catena per cui anche altri governi internazionali cominceranno a sospettare di spionaggio i gruppi cinesi.

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