LE REGOLE DEL WEB

Franco Bernabè: “Rischio oligopolio su Internet”

Il presidente di Telecom Italia interviene sul suo libro “Libertà vigilata”: “Serve una Rete a qualità garantita, i cui maggiori costi siano sostenuti anche dai fornitori di servizi”

Pubblicato il 27 Nov 2012

Antonio Dini

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Franco Bernabé all’attacco dei grandi di Internet che bloccano l’innovazione e mettono a repentaglio la privacy dei cittadini. Il presidente esecutivo di Telecom Italia, nella veste insolita di autore di un libro (“Libertà vigilata”, Laterza) sul futuro della rete presentato oggi all’Università Bocconi di Milano, non ha mezzi termini per quanto riguarda i danni che gli Ott, le grandi internet company Over The Top stanno facendo alle telco e ai cittadini, prendendo valore a spese degli investimenti infrastrutturali fatti dalle grandi compagnie telefoniche negli ultimi decenni.

“È anche colpa nostra – ha detto Bernabé – perché negli anni Settanta quando sono stati definiti i diversi livelli che regolano i sistemi di comunicazione le telco non si occuparono del livello più alto, quello delle applicazioni. Quindi c’è interoperabilità in tutto il mondo per la telefonia e la comunicazione tradizionale fino agli standard Gsm, ma se usassimo la logica delle aziende Ott non si potrebbe comunicare tra utenti di sistemi diversi”.

L’obiettivo per Bernabé sarebbe creare anche una nuova Internet, che sia a costi distribuiti tra Ott e telco: “Una seconda Internet, che coesista con la prima, partendo dai servizi più delicati come quelli medici e finanziari che richiedono il top della sicurezza. Con una rete a qualità garantita, i cui maggiori costi siano sostenuti anche dai fornitori di servizi”, ha detto Bernabé.

I due temi che Bernabé ha evidenziato nel libro e nell’intervento di Milano sono quelli della privacy e della sicurezza internet. La Privacy: “Negli Usa è solo una tutela del consumatore mentre da noi è un diritto costituzionale”, dice Bernabé. Un diritto, ha spiegato il garante della privacy Antonello Soro, “che richiede una accurata regolazione quando entra nella ‘più grande piazza’ che l’umanità abbia mai avuto a sua disposizione, cioè internet. È una visione della società che può piacere o no, ma è l’idea della nostra società in Europa”.

Un tema, ha ricordato Bernabé, che “oggi non sembra importante, eppure la stessa Germania, civilissimo paese, negli anni Trenta è diventata patria del nazismo e ha schedato in due anni tutti gli ebrei. Una cosa che oggi si potrebbe fare con un click”. Il tema si intreccia anche con la politica e la società nel senso più ampio: “Mi chiedo – ha detto Bernabé – se e quando il potere dei social network determinerà le scelte politiche, quanto questo sarà compatibile con la democrazia”.

L’altro tema, quello della sicurezza: che non fa parte di internet dal principio. “Non era previsto dai creatori della rete, che non immaginavano sarebbe diventata un sistema usato da miliardi di persone”. Il risultato è che servirà un set di regole valide per tutti, non solo per le telco ma anche per gli Over The Top: “Sono preoccupato perché l’assenza totale di regole del mondo internet e che per un certo periodo è stata molto salutare in prospettiva può creare problemi”.

Il tema di fondo, che sta particolarmente a cuore a Bernabé nella sua veste di presidente della principale compagnia telefonica italiana è però quello della concorrenza con gli Ott: “La rete è una libertà economica e aperta per la concorrenza? Grazie all’effetto rete di internet le aziende over the top sono cresciute rapidamente diventando monopoli. Ma in ciascun segmento di mercato sono monopolisti o quasi. E non è vero che ognuna di queste società esprime il massimo. Se prendiamo altri motori di ricerca indipendenti, fanno tutto quel che fa Google salvo prelevare i vostri dati. E non diventeranno mai leader perché il mercato è dominato per più del 90% da Google. Questa è una libertà per i clienti? Quella che è stata una libertà per i clienti, cioè liberalizzazione e possibilità di portare il numero telefonico da una telco all’altra, non succede in rete: non puoi migrare i profili da una piattaforma come Facebook a un’altra”.

Un terzo punto, che non rientra in quelli del libro, ma che Bernabé sostiene sarà campo per la sua prossima battaglia, riguarda l’occupazione: “Come sono preoccupato per la libertà così sono preoccupato per l’occupazione. Leggo da tanti vendor che hanno interesse a promuovere la loro merce sul mercato: per ogni posto di lavoro distrutto nel mercato se ne creano due e mezzo su internet. Non solo non è vero, ma addirittura la piccola borghesia impiegatizia, borghesia concettuale come la chiamavano, che costituiva il cuore delle società occidentali, sparisce. La crescente disparità di distribuzione dei redditi fa sparire quei lavori per effetto dell’incremento tecnologico. Prevalgono quelli ad altissimo valore aggiunto oppure quelli a bassissimo valore aggiunto. E valga il monito che già in passato si diceva, con Karl Marx nel sesto libro del Capitale: nella società comunista non lavoreremo ma faremo un giorno i pescatori, un giorno i cacciatori eccetera. Questo è il futuro che ci viene proposto”.

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