Dècina: “Scorporo rete Telecom, serve comitato dei garanti”

Secondo il commissario Agcom sono tre le regole chiave per lo spin off: servizi aperti, sistema informatico unico e un team di supervisione

Pubblicato il 03 Dic 2012

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Lo scorporo della rete? Se Telecom Italia dovesse deciderlo servono tre regole: servizi aperti, sistema informatico unico e comitato di garanti. A dirlo, in un’intervista a Corriere Economia a firma di Edoardo Segantini, è Maurizio Dècina, commissario Agcom, in vista del cda del gruppo di tlc del 6 dicembre. Se Telecom dovesse decidere per lo spin-off della rete l’Agcom, spiega, “stabilirebbe delle regole per la nuova società”. “Innanzitutto definendo il perimetro dei suoi servizi – prosegue Dècina – A mio parere la newco dovrebbe offrire non solo i servizi passivi come i cunicoli e la fibra ma anche i servizi attivi. Il cosiddetto virtual unbundling local access, l’accesso virtuale per gli utenti delle reti di nuova generazione, che dovrebbero essere aperte a tutti i concorrenti, inclusa Telecom”.

La newco dovrebbe poi garantire “equivalence of input, in pratica un unico sistema informatico che regoli la contabilità degli accessi per Telecom e i suoi competitor – spiega il commissario – E’ un salto organizzativo e tecnologico molto grosso che richiede tempo, come dimostra il caso inglese. Ma è un passo che va compiuto”. Alla domanda se pensa anche a degli organismi garanti, Dècina risponde: “Sì un comitato, all’interno della newco, che assicuri parità di accessi e correttezza dei piani di cablatura, cioè dove e come stendere la fibra ottica”.

Riferendosi al tema del copyright, lasciato in sospeso dalla vecchia Agcom, il commissario annuncia che l’autorità è pronta da intervenire con un regolamento anche se – puntualizza – “andrebbe prima di tutto adeguato il quadro legislativo ai tempi di internet”.

Dècina definisce inoltre la net neutrality “sacrosanta” riconoscendo però che “è in buona misura garantita”. “Ciò che non è garantito – invece- è la neutralità delle applicazioni: ci sono troppe applicazioni non interoperabili dove l’utente è prigioniero degli over the top”.

Infine un commento sulla posizione espressa da Franco Bernabè nel suo libro dove parla di libertà vigilata per gli utenti. “Ha ragione – dice Dècina – quando chiede in riequilibrio tra di trasposta e realizza applicazioni” ma sulla qualità dei servizi “non si possono stabilire regole che impongano agli Ott una sorta di tassazione dei contenuti”. In alternativa il commissario propone che le telco “facciano bene il proprio mestiere sviluppando reti. E offrano una qualità così attraente da portarle al successo commerciale e ad accordi con gli Ott”.

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