LA LINEA DI CREDITO

Zte, da China Development Bank nuovi fondi per 5 mld $

L’istituto di Stato amplia a 20 miliardi la linea di credito riservata all’azienda che punta a scalare la classifica mondiale dei vendor di apparati di Tlc. Walker (Ovum): “Ma si rischia l’effetto boomerang: Europa e Nord America potrebbero accusare la compagnia di non giocare ad armi pari”

Pubblicato il 06 Dic 2012

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Zte ha siglato un accordo con la China Development Bank che assicura al vendor cinese 5 miliardi di dollari in più di finanziamenti, che portano a 20 miliardi di dollari la linea di credito aperta con l’istituto finanziato dallo Stato.

“Siamo sinceramente grati a China Development Group per il suo impegno in Zte”, ha detto il presidente Hou Weigui, aggiungendo che la nuova disponibilità finanziaria consentirà al gruppo di capitalizzare le opportunità di business derivanti dal 4G, dalla banda larga fissa e dalle reti e i terminali aziendali, per scalare posizioni nella classifica mondiale dei vendor di apparati Tlc, dove oggi occupa il quinto posto a livello globale, e raggiungere la terza posizione nel 2015.

Ma secondo la società di analisi Ovum l’ampliamento della linea di credito garantita da China development Bank potrebbe rivelarsi un boomerang per Zte. Secondo Matt Walker, principal analyst network infrastructure di Ovum, “Il fatto di accettare questo sostegno per Zte renderà più difficile penetrare in Europa occidentale e Nord America – dice – mercati dove la politica guarda con sospetto al rischio di concorrenza sleale da parte dei fornitori cinesi. Questa notizia non passerà certo inosservata fra i detrattori di Zte, presenti sul mercato e in politica”.

Non più tardi dello scorso mese di ottobre, il Congresso Usa ha stilato un report in cui accusa Zte e Huawei di rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale. L’accusa contenuta nel report è che le due aziende cinesi rappresenterebbero una potenziale fonte di spionaggio industriale ai danni dei network di Tlc degli Stati Uniti. Pronta la replica di Pechino, che rispedisce al mittente le accuse e invita Washington a “mettere da parte i pregiudizi” nei confronti delle due aziende, che, in seguito alla denuncia del Congresso, rischiano di essere messe al bando dagli Usa.

A settembre invece l’intenzione dell’Ue di indagare su possibili aiuti di stato alle aziende cinesi attive nell’Ue è stata prontamente archiviata da Bruxelles, per timore di ritorsioni ai danni delle aziende europee attive in Cina.

Zte ha chiuso il terzo trimestre in perdita e non più tardi del 15 ottobre scorso ha lanciato un warning, legato all’attacco subito dal Congresso Usa.

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