LA CRISI

ST-Ericsson, la svedese dice no all’acquisizione

Annunciati oneri straordinari per 923 milioni di euro a causa della joint venture in crisi. Ericsson non rileverà il 50% in mano al partner franco-americano che vuole vendere

Pubblicato il 20 Dic 2012

Paolo Anastasio

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Ericsson ha fatto sapere oggi che registrerà a bilancio un onere straordinario di 8 miliardi di corone (923,656 milioni di euro) nel quarto trimestre, a causa della svalutazione di ST-Ericsson, la joint venture con il chip-maker StMicroelectronics operante nel settore dei semiconduttore wireless. La settimana scorsa StM ha annunciato la volontà di uscire dalla joint venture entro il terzo trimestre del 2013, senza però precisare come intende farlo.

Ericsson, dal canto suo, ha annunciato oggi che non intende rilevare il pacchetto del 50% detenuto dal suo partner franco-americano, aggiungendo che si sta muovendo sul mercato per cercare soluzioni alternative per mantenere in vita l’azienda, considerata strategica per tutto il comparto, soprattutto per il settore dei modem wireless con tecnologia Lte, di cui secondo Ericsson “ci sarà molto bisogno” in futuro. Ericsson ha inoltre messo sul piatto un budget di 3 miliardi di corone (circa 400 milioni di euro) per trovare una soluzione strategica nel 2013 alla crisi che pesa sulla joint venture. Alternative concrete, per ora, non se ne intravedono all’orizzonte e tuttavia Ericsson oggi non ha annunciato alcuna volontà di vendere la sua quota. Anzi. La priorità è quella di trovare un nuovo partner, ma l’impresa non sarà facile.

Molto del futuro di ST-Ericsson, che in Svezia nella sede di Lund occupa 1500 persone fra ingegneri e consulenti, dipenderà da come e a chi StM riuscirà a cedere la sua quota. Possibili acquirenti potrebbero essere società interessate alla tecnologia di punta dei modem Lte prodotti da ST-Ericsson. Ad esempio, un papabile acquirente potrebbe essere “Apple, oppure Sony Mobile che non hanno una loro tecnologia di modem Lte”, dicono fonti sindacali svedesi citate dalla stampa di Stoccolma, che invece escludono a priori un potenziale interessamento da parte di un player come Qualcomm, che già dispone di una tecnologia proprietaria per la produzione di modem Lte.

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