LA DELIBERA

Agcom dimezza il costo della banda Telecom

In consultazione pubblica da oggi una delibera che apporta notevoli sconti all’offerta all’ingrosso 2013. Forti tagli anche per il bitstream. Impatto sul mercato Adsl e Ngn

Pubblicato il 11 Gen 2013

Alessandro Longo

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L’Agcom ha pubblicato oggi sul proprio sito una delibera che segna una discontinuità rispetto agli anni precedenti di regolamentazione dell’accesso alla rete Telecom Italia: ha mandato infatti in consultazione pubblica, per 45 giorni, uno schema di delibera che per la prima volta riduce sia i canoni bitstream sia- di ben il 46%- i costi della banda ethernet.

Riguarda le “condizioni economiche e tecniche dell’offerta di riferimento di Telecom Italia per l’anno 2013 relativa ai servizi bitstream su rete in rame”. Tuttavia, come spiega la stessa Autorità nel testo della delibera, questi costi incidono anche su quelli di accesso alla rete di nuova generazione (in fibra) di Telecom Italia. Gli operatori alternativi, infatti, pagano la banda ethernet Telecom anche per fare bitstream su rete di nuova generazione. Il canone bitstream su rame e quello del bitstream e del Vula (Virtual unbundling) su fibra ottica vanno inoltre di pari passo, nella regolamentazione, secondo le indicazioni europee.

Motivi per cui l’Autorità ha ritenuto “non procastinabile” la revisione dei prezzi bitstream, “anche alla luce delle sollecitazioni ricevute dagli operatori”. E’ recente l’ennesimo grido di allarme da parte dell’amministratore delegato di Wind il quale- alla stregua di Vodafone e Fastweb- afferma che il loro free cash flow su rete fissa è nullo e che è tutto nelle mani di Telecom. In particolare, secondo gli operatori alternativi è poco remunerativo proprio il mercato del bitstream.

Le modifiche previste dall’Autorità, sull’offerta 2013 proposta da Telecom, sono numerose. Bisogna premettere che la tecnologia bitstream copre (quasi) l’intero territorio nazionale (mentre l’unbundling riguarda il 50% della popolazione, per via dei limiti di infrastrutturazione degli altri operatori). Adesso ci sono circa 1,5 milioni di linee bitstream, mercato che- scrive l’Autorità nella delibera odierna- è a crescita “scarsa se non nulla”; motivo in più per anticipare una nuova valutazione dei canoni bitstream. In particolare Agcom è intervenuto sul canone del bitstream naked, riducendolo di due euro al mese (a 17,50 euro). E’ il canone che paga l’operatore per offrire l’Adsl su un cavo dove non è attiva la linea voce Telecom (Adsl “naked”, quindi). S’intende che si applica nelle zone del bitstream, cioè laddove l’operatore non ha una propria rete di unbundling.

Agcom ha operato questo e altri sconti, nella delibera, applicando un modello di calcolo BU-Lric, Bottom-Up Long range incremental cost.

“Si ritiene che il costo mensile 2013 della componente naked di un accesso Adslbitstream, debba essere valutato tenendo conto che in tal caso l’operatore fruisce dell’utilizzo completo della coppia, cui corrisponde un transfer charge al prezzo dal mercato 4 pari al canone del Full Ull (attualmente pari a 9,28 €/mese). Tale valore va sommato a quello relativo al canone d’accesso bitstream condiviso. Una prima stima di massima del canone bitstream naked si ottiene, pertanto,sommando l’attuale canone Ull al costo dell’accesso bitstream condiviso approvato per il 2012. Ne segue un costo mensile d’accesso bitstream naked pari a 17,07 €/mese”, si legge. Si arriva a 17,50 sommando un mark up del 3 per cento, per incentivare l’investimento infrastrutturale (cioè per spingere a passare da bitstream a full unbundling).

Molte modifiche riguardano i costi degli interventi tecnici (prequalificazione della linea, interventi a vuoto, ripristino borchia), che nell’offerta 2013 proposta da Telecom subivano rincari del 5-10 per cento rispetto al 2012; Agcom invece indica uno sconto dell’1,10% rispetto al 2012.

Infine, Agcom rileva che i costi della banda ethernet siano calati nettamente negli ultimi anni, per Telecom Italia, e qundi indica l’opportunità di ridurre del 46 per cento quelli applicati agli operatori. Questi ultimi devono pagare a Telecom Italia anche la banda quando fanno bitstream (oltre al relativo canone d’accesso). Il bitstream infatti prevede che l’operatore si connetta a un nodo distante (“parent”) della rete Telecom (a differenza di unbundling e Vula, con i quali la connessione avviene in centrale).

Il testo odierno non è definitivo, perché ora dovrà passare dalla consultazione pubblica, ma lo schema di provvedimento indica un chiaro orientamento da parte dell’Autorità, intenzionata a ridurre in modo considerevole i costi dell’offerta 2013.

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