FRANCE TELECOM

Network paneuropeo, Richard (Ft) si tira fuori

Il numero uno di France Télécom: “Ipotesi mai presa in considerazione. No a perdita di sovranità nazionale, sì a consolidamento del mercato”. Ma i giochi sono ancora aperti. Le altre big telco starebbero lavorando a un piano da sottoporre alla Commissione Ue entro giugno

Pubblicato il 15 Gen 2013

Francesco Molica

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“La realizzazione di un network paneuropeo non è mai stata presa in considerazione”. La smentita, lapidaria e inequivocabile, giunge come un fulmine a ciel sereno dal Ceo di France Telecom Stéphane Richard. Che non sembra avere perplessità sull’infondatezza del progetto di “newco” in cui dovrebbero confluire le reti delle principali Telco europee europee svelato martedì scorso dal Financial Times e da allora oggetto di una girandola impazzita di voci, conferme e mezze ritrattazioni.

Incontrando ieri pomeriggio la stampa nazionale, Richard ha precisato che “il piano non avrebbe grande senso dal punto di vista tecnico e giuridico”. Perché “presupporrebbe una perdita di sovranità nazionale in materia di regolazione e gestione della concorrenza che non è all’ordine del giorno”. Difficile non leggere nel tempismo di queste dichiarazioni una replica diretta a quanto scritto, poche ore innanzi, dallo stesso Financial Times.

Tra le pieghe di un breve colloquio con Neelie Kroes, il quotidiano della city riferiva infatti che Etno – l’associazione europea degli incumbent – avrebbe non solo confermato una volta e per sempre l’indiscrezione. Ma si preparerebbe anche a presentare alla Commissione europea una prima bozza del progetto che, secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, dovrebbe essere messa a punto entro il prossimo giugno. Come annunciato sempre dal Financial Times – che sino ad oggi ha avuto un ruolo chiave in questa vicenda ancora avvolta nel mistero – l’idea di una “newco” nella quale far confluire i network infrastrutturali, insieme al debito associato con questi asset, era stata discussa il 28 novembre nel corso di un incontro tra il commissario alla concorrenza Almunia e gli stessi Ceo degli operatori coinvolti nell’operazione (Deutsche Telekom, France Telecom, Telecom Italia, Telefonica, Belgacom e Kpn).

Tutto falso, secondo Richard. “Ero presente a quella riunione e posso confermarvi che non si è mai parlato della costruzione di una rete paneuropea”, insiste. Anzi: “come i miei colleghi dei grandi operatori europei, sono stato un po’ sorpreso di leggere che questa idea sarebbe stata presentata proprio nel corso dell’incontro con Almunia”.

Non che il Ceo di France Telecom sia contrario a misure che incoraggino il consolidamento del mercato europeo delle tlc. Al contrario, quelle annunciate ieri da Neelie Kroes, indicano “una presa di coscienza” da parte di Bruxelles sulla necessità di forgiare un contesto normativo più favorevole agli investimenti. La vertenza, infatti, c’è ed è inutile nascondersi dietro un dito: “non si può oggi parlare di una vera e propria Europa delle telecomunicazioni. Il mercato resta frammentato, ci sono 27 paesi e 27 regolatori”. Forse un modo appena cifrato per dire che, se il network paneuropeo non rientra nelle priorità presenti, potrebbe e dovrebbe essere preso in esame in un futuro più o meno prossimo. Richard sembra implicitamente ammetterlo quando spiega che “bisognerà un giorno fare scomparire le frontiere e quindi le stesse Authority nazionali”.

Comunque sia, le sue esternazioni di ieri gettano un’ulteriore ombra sulla vicenda. Anche se a Bruxelles, nel guazzabuglio di speculazioni che non cessano di accavallarsi, diverse indicano che “il piano sarebbe sì allo studio degli incumbent ma non farebbe ancora l’unanimità”. Di qui si spiegherebbe l’attuale balletto di conferme e smentite.

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