L'ANALISI/1

Ngn, Ftth, il punto d’arrivo è nel lungo termine

La tecnologia ha costi molto elevati ma capacità e qualità senza uguali. Gli operatori procederanno prima con l’Fttb per evitare il costoso cablaggio verticale

Pubblicato il 23 Gen 2013

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Sono arrivati a 5 milioni gli utenti in fibra ottica, nei 27 Paesi Ue, contro i 6,3 milioni di quelli Cis (Commonwealth of indipendent states: Russia, Ucraina, Kazakistan e Bielorussia). Continua quindi a crescere la tecnologia fiber to the home/fiber to the building. Storicamente, è stata sinonimo di banda ultra larga e di Ngn. Ma la novità è che si sviluppa soprattutto in Paesi dell’Europa dell’Est, Spagna, Turchia, Portogallo. È quanto risulta dal rapporto Idate sullo stato delle reti in fibra, con dati aggiornati a giugno 2012. Si apprende anche che in Europa ci sono più case coperte (visto che gli operatori storici hanno cominciato da oltre dieci anni): 28,2 milioni contro i 23,9 milioni dei Paesi Cis. Dove quindi il tasso di adozione è molto più alto, 26,2 contro 17,7%. Il motivo principale è che in quei posti non ci sono grandi alternative, per la banda larga, poiché i doppini sono fatiscenti. Anche la copertura cresce però più in fretta da quelle parti (soprattutto in Ucraina e in Turchia, nei primi sei mesi del 2012). Segno del rallentamento degli operatori europei, in Francia, in Germania, in Danimarca e in particolare in Italia (dove la copertura è ferma un anno). In Occidente fanno però eccezione Spagna e Paesi Passi, dove c’è stato un certo fermento negli ultimi mesi. Spagna e Turchia sono anche i Paesi dove il numero di utenti in fibra è cresciuto di più, nei primi sei mesi dell’anno. Ora l’Italia è al decimo posto per numero di utenti e al quarto per copertura, nella classifica che comprende tutti i Paesi europei più quelli Cis.


Insomma: le tecnologie tutte basate sulla fibra hanno ancora un orizzonte davanti, anche se dal punto di osservazione italiano potrebbe sembrare altrimenti. Da noi è solo F2i/Metroweb ad avere un piano di copertura prestabilito in fibra completa: 30 città, pari al 20% della popolazione, entro il 2015 (con 4,5 miliardi di euro). F2i costruirà una rete che poi sarà usata da altri operatori per offrire il servizio al cliente finale (già Wind e Vodafone si accingono a farlo a Milano). Questi numeri andranno sommati ai 2,2 milioni di case già coperte da Fastweb. Telecom Italia invece userà queste tecnologie laddove ci sarà domanda di mercato. Al momento TI copre con la fibra 40mila abitazioni tra Milano, Roma, Torino e Bari.


“I difetti dell’Ftth/Fttb sono i costi di realizzazione (Capex) e i tempi”, sottolinea Cristoforo Morandini, di Between-Osservatorio Banda Larga. “I costi sono tripli o quadrupli rispetto alla Vdsl2, cioè alla fibra fino all’armadio. I tempi sono doppi: la fibra deve fare qualche centinaio di metri in più e, nel caso dell’Ftth, anche entrare nelle canaline del palazzo”. Questo si riflette anche in maggiori disagi per la popolazione e maggiori fastidi burocratici per gli operatori (anche se il decreto Crescita 2.0 semplifica di molto le procedure e le autorizzazioni). “Però d’altro canto sarà difficile raggiungere gli obiettivi dell’agenda digitale europea solo con il Vdsl2 che in molte zone faticherà a toccare i 100 Mb”. Le tecnologie in fibra completa avranno un ruolo, quindi, ed “è probabile che gli operatori sperimenteranno sempre più le soluzioni Fttb, che almeno non comportano di dover cablare la verticale del palazzo fino agli appartamenti”. Anche dal punto di vista regolatorio e concorrenziale, l’Ftth/Fttb dà maggiori garanzie nel lungo periodo. È più aperta del Vdsl2 e in prospettiva lo sarà ancora di più. Nel 2015, infatti, arriveranno tecnologie per l’unbundling su fibra ottica con architettura Gpon (scelta da Telecom Italia e F2i).

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