IL REPORT

Lte al palo, vale l’1% delle connessioni Ue

Wireless Intelligence: sul decollo del 4G pesano i ritardi nell’allocazione delle banda a 800 Mhz in 18 paesi. Joss Gillet: “Meno del 20% dei collegamenti mobili della Ue saranno migrati all’Lte nel 2017”

Pubblicato il 18 Feb 2013

Paolo Anastasio

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C’è carenza di connessioni Lte nell’Ue a 27, dove meno dell’1% dei collegamenti mobili attivi è basato sulla nuova tecnologia 4G. L’allarme Lte arriva dalla società di ricerca Wireless Intelligence, secondo cui l’ostacolo maggiore al decollo della tecnologia 4G è la mancanza di spettro a 800 Mhz disponibile.

La società di ricerca sostiene che i ritardi nell’allocazione delle frequenze a 800 Mhz per servizi Lte significa che gli operatori nell’Ue a 27 si trovano in difficoltà a fornire copertura sufficiente al di là delle grandi città. Questo, secondo Wireless Intelligence, uno dei motivi per cui oggi l’Lte rappresenta appena l’1% delle connessioni mobili nell’Ue.

“Secondo le nostre stime, meno del 20% del totale delle connessioni mobili dell’Ue a 27 saranno migrate all’Lte nel 2017”, sostiene Joss Gillet, senior analyst di Wireless Intelligence.

L’analista prevede inoltre che la Germania nei prossimi cinque anni resterà il maggior mercato per l’Lte nell’Ue, perché le licenze per la banda del dividendo digitale contiene obblighi di copertura di aree rurali.

“Secondo quanto previsto dall’European Commission Radio Spectrum Policy Programme (Rssp), tutti I 27 membri dell’Ue si erano impegnati a rendere disponbile la banda a 800 Mhz per il mobile broadband entro il primo gennaio del 2013 – aggiunge Gillet – tuttavia, al momento soltanto nove paesi hanno confermato l’assegnazione dello spettro del dividendo digitale, mentre gli altri 18 paesi non sono stati in grado di rispettare i tempi e sono in ritardo”.

Questi 18 paesi rappresentano il 48% delle connessioni mobili dell’Ue a 27. Diversi gli ostacoli all’allocazione della band aa 800 Mhz: dal problema delle interferenze, all’utilizzo delle bande in questione da parte delle tv e della Difesa, passando per gli investimenti insufficienti nei network. “In conclusione, il contributo della banda del dividendo digitale allo sviluppo dell’Lte nell’Ue sarà scarso nei prossimi due anni”, aggiunge Gillet. L’Lte nel breve periodo si svilupperà invece sulle bade a 1800 Mhz e 2,6 Ghz. “Questo significa che ci saranno dei limiti di copertura visto che queste bande permettono agli operatori di coprire in maniera efficiente soltanto le maggiori aree urbane dove il traffico dati è molto intenso”, ha detto Gillet.

Un altro report, condotto da Juniper Research, prevede che il mercato globale dell’Lte raggiungerà un giro d’affari di 340 miliardi di dollari nel 2017, pari ad un terzo dei ricavi totali degli operatori. E’ quanto emerge dall’ultimo report realizzato dalla società di analisi, “4G Lte: Subscribers, Devices, Infrastructure & Service Revenue 2013-2017”, che mette in evidenza come l’Lte diventerà cruciale nel futuro prossimo degli operatori mobile.

Nel dettaglio, Juniper prevede che circa il 70% dei ricavi derivanti dall’Lte saranno generati in Nord America e nei mercati emergenti. Secondo l’autore del report Nitan Bhas, alla fine gli operatori dovranno elaborare strategie mirate su questo. “In generale, gli operatori dovranno presentare ai clienti servizi innovativi in grado di rispondere alle richieste degli utenti e, fatto ancor più cruciale, servizi per i quali gli utenti sono disposti a pagare”. “Gli operatori dovranno rivedere le loro strutture tariffarie per bilanciare la necessità di monetizzare la forte crescita del traffico dati”.

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