LA CESSIONE

La7 a Cairo con 145 mln di patrimonio

Prime ipotesi sulla cessione dell’emittente tv: un milione di euro per l’acquisto. Ma cairo chiede la ricapitalizzazione pre-vendita per 95 milioni da parte di TiMedia e la rinuncia al credito di 63 milioni. Si tratta sullo sconto per l’affitto dei multiplex e sul destino dei lavoratori

Pubblicato il 22 Feb 2013

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Urbano Cairo pagherà un milione per La7 e in cambio riceverà una società con un patrimonio netto non inferiore ai 145 milioni. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, secondo cui l’ipotesi a cui si sta ragionando nella trattativa in corso è che, prima di passare all’editore piemontese, la tv realizzi un aumento di capitale da 95 milioni con la dote che sarebbe consegnata da TiMedia. TiMedia rinuncerebbe poi a 63 milioni di credito che vanta nei confronti de La7, la quale azzererebbe il debito passando i 63 milioni a patrimonio netto.

Telecom Italia Media beneficerà della rinuncia ai crediti vantati nei suoi confronti, 260 milioni pari all’intero indebitamento netto della holding controllata da Telecom. Per la posizione finanziaria netta del gruppo – spiega Il Sole – non cambia nulla: il debito di TiMedia è consolidato nei conti Telecom che, a livello di gruppo, cancellerebbe i crediti (dalla sua parte) e i debiti (dalla parte della controllata).

Nella trattativa sono tre le questioni più delicate da affrontare. Come riporta Il Corriere della Sera, Cairo sta trattando sugli investimenti pubblicitari garantiti da Telecom Italia a La7. Si tratta di circa 15-16 milioni che però il gruppo di Tlc vorrebbe abbassare a 5-6. Sul versante multiplex, Cairo ha chiesto un forte sconto sull’affitto del mux di proprietà di Telecom Italia Media utilizzati per le trasmissioni.

Ultima, ma non meno delicata questione, riguarda il personale. Cairo vorrebbe venisse in parte assorbito da Telecom per rendere più leggere il piano di ristrutturazione. Ieri i sindacati hanno incontrato i vertici di TiMedia chiedendo, nella trattativa commerciale per l’acquisto de La7, una garanzia per i livelli occupazionali necessari ad assicurare le possibilità di sviluppo, mantenendo l’attuale qualità dei palinsesti e preservando il pluralismo culturale ed informativo della tv. In caso contrario si sono detti pronti a “forti iniziative di lotta e mobilitazione”.

Cairo, secondo il Corriere della Sera, è sicuro che i tasselli andranno al loro posto in tempi rapidi. TiMedia dovrà notificare la vendita della tv ad Antitrsut e Agcom per i necessari nulla osta. Si tratta di formalità che potrebbero far slittare il closing a maggio.

Intanto è giallo sulla proposta di offerta avanzata da Europa 7. Telecom Italia ha ammesso che la proposta non è stata discussa nel Cda del 18 febbraio a causa della mancanza della “due diligence”. Francesco Di Stefano, in una comunicazione datata 12 febbraio, spiega che le uniche limitazioni all’offerta vincolante derivano dal limitato accesso alle informazioni de La7 e ai “necessari approfondimenti di un’attività di due diligence che fin dall’inizio abbiamo definito circoscritta”. Il 14 febbraio c’è poi stato un incontro tra gli dove advisory di Telecom e di Europa 7 nel quale il piano industriale del gruppo di Di Stefano è stato giudicato esauriente e quindi “passabile” al Cda. Dove però non è stato mai discusso.

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