L'APPELLO

Consiglio Ue: “Mercato unico digitale entro il 2015”

I ministri europei chiedono alla Commissione Ue di mettere a punto di qui a ottobre un piano ad hoc, con tanto di misure concrete, per spingere l’armonizzazione a livello continentale. Neelie Kroes: “Misure ad hoc entro ottobre”

Pubblicato il 15 Mar 2013

Francesco Molica

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Creare in tempi celeri un mercato paneuropeo delle telecomunicazioni. L’invito stavolta ha un peso specifico particolare perché reca in calce la firma dei capi di stato del Vecchio Continente, riuniti da ieri a Bruxelles per il consueto Consiglio Ue di primavera. Le conclusioni del summit entrano a piè pari nell’annoso dibattito attorno alla frammentazione del settore digitale europeo. Certo, lo fanno impiegando un frasario “abbottonato”, racchiuso nello spazio di poche righe, e dunque guardandosi bene dal dilungarsi in particolari potenzialmente controversi. Ma si tratta di un decisivo scatto in avanti, che potrebbe spianare la strada ad uno scenario inimmaginabile appena poco tempo fa.

Secondo quanto si legge in una bozza ufficiale delle conclusioni, il Consiglio domanda infatti alla Commissione europea di preparare di qui al mese di ottobre un piano dedicato per pervenire al completamento “del Mercato Unico Digitale entro il 2015”, incluse “misure concrete per realizzare il prima possibile un mercato unico delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione”. A onor di cronaca, una prima versione del documento faceva esplicito riferimento “al mercato delle telecomunicazioni”, piuttosto che limitarsi ad una più generica menzione alle Tic.

La notizia, tuttavia, non è di quelle destinate a suscitare particolare scalpore nell’enclave comunitaria di Bruxelles. Non fosse perché era nell’aria da diverse settimane, al centro di un girotondo di rumors e voci che hanno via via trovato sponda nelle dichiarazioni pubbliche di Neelie Kroes. Il Commissario per l’Agenda Digitale ha non solo riservato per l’ultima parte del suo mandato – in scadenza a ridosso dell’estate 2014 – la presentazione di una serrata sequenza di misure destinate, nel bene e nel male, a riformare il paesaggio delle telecomunicazioni europee: su radiospettro, accesso alle reti, Nga e via enumerando. In più, negli ultimi tempi ha anche cominciato a parlare con crescente disinvoltura della necessità di addivenire ad un mercato più integrato (durante il recente Mobile World Conference di Barcellona si è spinto addirittura sino ad alludere alla creazione di un unico regolatore europeo per le tlc).

E infatti, commentando le decisioni del Consiglio, Neelie Kroes ha sottolineato che si tratta “di un’importante e gradita notizia per tutti coloro che usano le comunicazioni digitali, da internet alla telefonia mobile”, aggiungendo che la Commissione “presenterà un pacchetto di misure per rispondere alle richieste del Consiglio entro ottobre”.

“Le conclusioni del Consiglio europeo di ieri contengono un significativo messaggio per la Digital Agenda, dato che chiedono di dare priorità a poche aree strategiche per la crescita e la competitività, con particolare attenzione all’Ict ”, ha aggiunto. La Kroes ha ribadito che “Dare agli operatori di telecomunicazioni e agli investitori l’opportunità di sfruttare maggiori economie di scala, di pianificare le loro attività a livello transfrontaliero e di iniziare a innovare e a sviluppare nuovi modelli di business su larga scala, convergenti e lungimiranti”, potrebbe spingere notevolmente l’economia europea.

“Il jackpot per il completamento del mercato unico delle comunicazioni elettroniche potrebbe valere 110 miliardi di dollari l’anno, pari allo 0,8% del Pildella Ue”, ha concluso il Commissario.

L’incognita maggiore riposa però sulla concreta volontà degli stati membri di imboccare un sentiero che li porterebbe a cedere quote importanti di sovranità su un comparto non solo strategico, ma anche parecchio redditizio (si pensi ai soldi incassati con le aste delle frequenze). Perché, come nota una fonte interna al Consiglio, “un conto è una mera dichiarazione d’intenti inclusa in un documento. Un altro è dare l’avallo ad un piano dettagliato che potrebbe rivoluzionare il mondo delle tlc in Europa”.

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