LA DELIBERA

Agcom: troppi reclami contro le telco, nuove regole in arrivo

Avviata la consultazione per un nuovo schema di regolamento. Si punta a semplificare le procedure per i consumatori nella giungla di contratti, recessi e modifiche delle condizioni con gli operatori. 5mila reclami nel solo 2012, in crescita rispetto all’anno precedente

Pubblicato il 18 Mar 2013

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Non accennano a diminuire i reclami all’Agcom da parte di consumatori che vogliono denunciare la giungla di contratti non richiesti, offerte poco trasparenti, diritto di recesso non facile, modifiche delle condizioni: nel 2012 sono anzi saliti a 5mila e così l’ Autorità per le tlc ha messo in consultazione un documento con un nuovo regolamento. Secondo quanto apprende l’Ansa, dunque, i reclami si mantengono costanti da tre anni a questa parte (nel 2012 si registra un incremento rispetto al 2011, ma un andamento stazionario sul 2010): i reclami più diffusi nella telefonia fissa riguardano il passaggio ad altro operatore (30%) e la fatturazione (25%), mentre in quella mobile i problemi maggiori si riscontrano nell’ attivazione di servizi non richiesti (dal 20% del 2011 al 30%) e ancora nella fatturazione (25%).

Il nuovo Regolamento che viene messo a consultazione riguarda tutti i contratti tra operatori e utenti, quindi non solo quelli stipulati a distanza (tipicamente per telefono o attraverso il porta a porta) e vuole dare maggiori certezze ai consumatori da molti punti di vista. Tanto per cominciare, viene introdotto un nuovo articolo di carattere generale, secondo cui “la pubblicazione di informazioni circa le offerte commerciali, effettuata con qualsiasi mezzo, deve avvenire in modo chiaro, completo e trasparente, evitando formulazioni ambigue o che possa indurre in errore gli utenti”.

Dovrebbe bastare questo per assicurare trasparenza e quindi evitare raggiri e trappole varie, ma come noto il diavolo si nasconde nei dettagli e quindi l’Agcom entra con decisione in tutti i particolari. Il divieto di fornitura di prestazioni non richieste, per esempio, diventa ancora più stringente, quando si prevede che “la mancata risposta dell’utente a una offerta di fornitura non può essere considerata come consenso contrattuale”.

Quanto alla durata dei contratti, l’Autorità propone di introdurre una norma che ribadisca come questi non possano imporre un primo periodo di impegno iniziale superiore ai 24 mesi e comunque gli operatori devono garantire la possibilità di un’adesione a un contratto di durata massima di 12 mesi. Grande attenzione viene poi riservata alla modifica delle condizioni contrattuali: “Sempre più spesso – spiega l’Autorità – si assiste a rimodulazioni tariffarie o contrattuali non sempre giustificabili”.

Per questo si prevede che la modifica possa avvenire solo in seguito a “un giustificato motivo indicato nel contratto stesso”. Non solo: il preavviso deve essere di almeno un mese e il contratto deve decadere se la comunicazione del recesso da parte del consumatore arriva prima dell’ entrata in vigore delle modifiche. Infine le eventuali modifiche dovranno essere comunicate in fattura in modo chiaro e inequivocabile.

Per quanto riguarda i contratti stipulati a distanza, poi, si prevedono nuove regole di trasparenza, ma anche relative alla cessazione del rapporto contrattuale e all’ esercizio del diritto di recesso: in particolare, l’operatore, in caso di recesso, “non potrà richiedere alcun corrispettivo per le prestazioni eseguite se l’esecuzione non sia stata preventivamente autorizzata dal consumatore”. Laddove non bastasse ancora tutto questo, l’ Autorità, infine, propone di farsi carico della promozione di specifici Codici di condotta “al fine di garantire che l’acquisizione dei clienti avvenga secondo criteri di buona fede, correttezza e trasparenza”. Gli interessati hanno adesso 30 giorni di tempo per inviare all’Agcom eventuali osservazioni.

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