STRATEGIE

Ciboldi (Alcatel-Lucent): “Dura fare ricerca in Italia, ma continuiamo”

Il Vp per il Sud Europa: “Siamo l’unica grande multinazionale ad investire in R&S nel Paese. L’nnovazione è un aspetto chiave della nostra strategia”

Pubblicato il 10 Apr 2013

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Con 1.000 ricercatori, quasi la metà di tutti i suoi 2.200 addetti totali nel paese “Alcatel-Lucent è praticamente l’ultima grande multinazionale a investire in ricerca e sviluppo”In Italia. E “non è certo facile”. A dirlo il vicepresidente per il Sud Europa di Alu, Moreno Ciboldi che perà sottolinea: “Ma noi continuiamo perché l’innovazione è il nostro aspetto chiave”. Tanto che il gruppo investe circa il 16 per cento del suo fatturato totale globale su ricerca a sviluppo.

Ieri il manager ha presenziato un ricevimento a cui hanno partecipato i rappresentanti di decine tra le maggiori imprese italiane, tra cui i gruppi attivi sulle telecomunicazioni. Un evento organizzato con UbiFrance nella suggestiva cornice di Villa Bonaparte (o Villa Paolina) a Roma, dove ha sede l’ambasciata di Francia presso la Santa Sede.

Alcatel-Lucent è presente in 130 paesi con 70.000 dipendenti, e vanta un fatturato annuo da 15 miliardi di euro. Ed è soprattutto sulle sue capacità di innovare che Ciboldi ha concentrato il suo intervento, introdotto dall’ambasciatore di Francia presso la Santa Sede Bruno Joubert. “Non tutti sanno che le nostre ricerche hanno fruttato 7 premi Nobel – ha ricordato il manager – che negli Usa abbiamo i Bell Labs, che sono nostre le invenzioni di sistemi come il laser o il linguaggio Unix”.

“Siamo il partner adatto ad aiutare le imprese ad affrontare le sfide attuali”, ha proseguito Ciboldi, citando in particolare le esigenze poste alle reti aziendali dall’esplosione del consumo di massa di dispositivi mobili come gli smartphone. Quanto alla situazione in Italia “è certamente cruciale che venga approvato il provvedimento sul pagamento dei debiti pregressi della Pubblica amministrazione verso le imprese – ha ricordato – Giustissimo dare priorità a questo provvedimento in questa fase difficile, ci sono imprese che aspettano da anni di esser pagate. E che nel frattempo, se riescono a sopravvivere, tagliano gli investimenti”.

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