LO STUDIO

Mobility, Cio pronti a investire un terzo del budget IT

Accenture: Italia, insieme a Cina e Brasile, pioniere delle strategie di mobility avanzate in azienda. “Il mobile trasformerà il business come Internet negli anni ’90”

Pubblicato il 10 Apr 2013

Patrizia Licata

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I Cio credono sempre di più nella mobility e vi investono oltre un terzo dell’intero budget IT: è quanto emerge dall’ultimo studio Accenture, secondo cui la maggior parte dei Cio mondiali (79%) ritiene la mobilità uno dei settori che in futuro produrrà notevoli profitti; perciò molti sono pronti a investire tra il 31 e il 40% del loro budget It (contro il 19% dichiarato dai Cio lo scorso anno). Il sondaggio “Accenture 2013 Cio Mobility” rivela che il prossimo anno il mobile sarà la priorità assoluta per più di un terzo dei Cio (34%); il 73% degli intervistati (contro il 67% dello scorso anno) pensa che questo settore rivoluzionerà il modo di fare business, allo stesso modo o più di quanto abbia fatto Internet alla fine degli anni Novanta.

La velocità di diffusione della tecnologia mobile è così elevata da costringere le aziende ad agire prima ancora di poter mettere in atto una strategia precisa, che solo il 23% delle aziende ha adottato. Ma la Cina (50%), l’Italia (47%) e il Brasile (37%) sono i pionieri dell’implementazione di strategie di mobility avanzate, le cui caratteristiche principali sono la gestione dei dispositivi mobili (27%), la collaborazione (25%) e la condivisione di conoscenze (23%); inoltre, alla domanda su quali fossero le loro due maggiori priorità, gli aderenti alla ricerca in Cina (53%), Italia (53%) e India (50%) hanno indicato la mobility come una delle due aree più importanti.

“Dai dati della ricerca emergono segnali molto incoraggianti sull’importanza della mobility per i Cio”, commenta Michele Marrone, Responsabile Accenture Mobility Services Eala. “E’ necessario però andare avanti e intensificare gli investimenti puntando sulle aree con il maggior potenziale di crescita e individuare i margini di miglioramento delle proprie performance. Altre riflessioni fondamentali riguardano gli investimenti, l’allocazione del budget, la formazione del personale, il reperimento di competenze adeguate e il ricorso a consulenti esterni in grado di supportare lo sviluppo di queste tecnologie”

Una delle principali difficoltà da superare è costituita infatti dalla gestione delle risorse umane: il 52% delle aziende tenderà a investire in formazione per aggiornare il personale esistente sulle strategie mobili, mentre il 37% assumerà dall’esterno risorse a tempo pieno con competenze specifiche in applicazioni mobile, determinando una forte richiesta di talenti in questo segmento di mercato. Aumenteranno anche i progetti gestiti internamente (il 76% nel 2013, rispetto al 63% del 2012) per favorire lo sviluppo delle applicazioni mobili.

La sicurezza continua a rappresentare un ostacolo e l’interoperabilità è diventata una questione di primo piano: dal momento che i sistemi esistenti non erano stati realizzati per il mobile, devono essere trasformati perché possano essere ancora utilizzati. L’indagine Accenture ha rivelato che la sicurezza (45%), i limiti di budget (41%) e la scarsa interoperabilità con i sistemi esistenti (31%) rappresentano i principali ostacoli alla mobility.

Il problema della sicurezza è acuito dal noto trend del “Bring your own device”, la diffusa prassi secondo cui le aziende non forniscono più a dipendenti e collaboratori il computer e il telefono cellulare standard, ma li invitano a usare direttamente i loro per accedere alle risorse informatiche di lavoro. Tuttavia, più della metà delle aziende intervistate (59%) offre un supporto limitato ai propri dipendenti.

“Riguardo al fenomeno del Byod, riteniamo che i Cio debbano saper gestire i rischi e le opportunità legati all’introduzione di dispositivi mobili personali nell’ambiente di lavoro,” continua Marrone. “Dovrebbero anche comprendere la necessità di puntare di più sulle persone e sulle competenze. Sono quasi raddoppiate le aziende (il 40% nel 2013, rispetto al 27% del 2012) che prevedono di ricorrere a consulenti esterni per sviluppare e mettere a punto le loro strategie, e questo dimostra che l’uso del mobile sta crescendo più in fretta della capacità di risposta del mercato in termini di offerta di personale qualificato”.

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