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Ericsson: i Millennials della Silicon Valley migrano al Byod

Secondo i risultati dello studio Young Professionals at Work del ConsumerLab di Ericsson i giovani fra i 22 e i 29 anni operativi nell’area di San Francisco hanno un rapporto imprescindibile con le nuove tecnologie e considerano il device personale uno strumento da utilizzare anche sul posto di lavoro

Pubblicato il 24 Apr 2013

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Il futuro del lavoro sarà sempre più caratterizzato dal Byod e dai nuovi strumenti di comunicazione. Il nuovo studio “Young Professionals at Work” del ConsumerLab di Ericsson rivela che la generazione dei cosiddetti Millennials (22-29 anni), gli ultimi in ordine di tempo ad essere entrati sul mercato del lavoro, hanno un rapporto imprescindibile con le nuove tecnologie e vogliono portare in ufficio il device personale. Lo studio è stato condotto su un campione di giovani americani che lavorano a San Francisco e nella Silicon Valley, un’area anticipatrice dei grandi trend che poi si diffondono a livello internazionale.

La percentuale dei Millennials che utilizza un unico telefonino sia per la vita privata sia per il lavoro è pari al 55%, secondo il fenomeno del Bring Your Own Device, l’utilizzo dei propri dispositivi tecnologici, cellulare in primis, anche a scopo lavorativo. Il 45% dei Millennials usa al lavoro i propri telefoni personali, che pagano da soli.

Ma le giovani generazioni al lavoro sono portatrici di molte altre novità. I Millennials pensano che la comunicazione personale durante le ore lavorative sia un diritto e non un benefit; vogliono rimanere connessi mentre lavorano e hanno aspettative diverse sugli strumenti di comunicazione e sulla vita lavorativa in generale rispetto alle generazioni che li hanno preceduti.

Dallo studio di Ericsson emerge infatti che i giovani professionisti della Silicon Valley portano sul luogo di lavoro molto della propria vita privata, anche se non permettono al lavoro di interferire con quest’ultima. Sono ambiziosi e desiderosi di far bene in azienda o in ufficio, ma non dimenticano i contatti personali, dal momento che controllano abitualmente Facebook, utilizzano chat e inviano e ricevono messaggi sui loro dispositivi durante la giornata: tutto questo è percepito come un diritto.

“I Millennials vogliono una relazione stretta con i propri superiori e si aspettano riscontri frequenti. Non amano l’ambiguità e si aspettano trasparenza e correttezza, in tutti i loro rapporti di lavoro”, sottolinea Ann-Charlotte Kornblad, Senior advisor Ericsson ConsumerLab. “Un fattore chiave per molti Millennials è mantenere l’equilibrio tra lavoro e tempo libero e si aspettano dai propri datori di lavoro le soluzioni per poterlo raggiungere”.

I Millennials sono anche nati nell’era della velocità e sono impazienti. Come parte della generazione Facebook, vogliono una gratificazione istantanea e non tollerano le modalità di comunicazione lente che non garantiscono un riscontro immediato.

Per i giovani professionisti l’azienda ideale deve dunque offrire non solo un lavoro soddisfacente, ma permettere di portare la vita privata al lavoro e di fare più cose contemporaneamente, e di lavorare per obiettivi, assumendosi le proprie responsabilità. Si aspettano dall’azienda l’opportunità di agire in team, con persone della propria età, e non vogliono un’organizzazione gerarchica, ma manager partecipi che forniscono riscontri chiari e costanti sulle prospettive future. E poi i Millennials esigono tecnologia moderna, soprattutto nell’area della comunicazione: impossibile ormai per i più giovani lavorare in un’azienda che non sia aggiornata.

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