Tandberg: 21 grandi azionisti dicono no all’offerta Cisco

Il “Gruppo dei 21” detiene il 24% delle azioni e per il buon fine dell’acquisizione serve il sì da parte del 90% degli azionisti. La società di brokeraggio Seb Enskilda fissa a 170 corone il prezzo “equo” per remunerare il reale valore di Tandberg

Pubblicato il 16 Ott 2009

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Potrebbe non andare a buon fine l’acquisizione di Tandberg da
parte di Cisco. L’offerta da 3 miliardi di dollari messa sul
piatto dall’azienda americana non è stata accolta con favore da
un gruppo di investitori della controparte norvegese. Nonostante la
proposta abbia ricevuto all’unanimità l’ok dal board di
Tandberg, il niet rischia di compromettere l’operazione
considerato che il gruppo in questione, pronto a bloccare l’Opa,
detiene il 24% di azioni dell’azienda di videocomunicazione.

Della squadra anti-Cisco fa parte l’Oslo Pension Fund and
Rasmussen Group che ha già fatto sapere di non voler vendere le
proprie azioni al prezzo oggetto della proposta di acquisizione
(153,5 corone norvegesi corrispondenti a un premio dell’11%
sull’attuale valore di mercato e del 25,3% rispetto alla media di
chiusura degli ultimi tre mesi). “In nome dei 21 azionisti, che
detengono il 24% di azioni Tandberg, Seb Enskilda ha comunicato a
Cisco che gli azionisti non intendono cedere le proprie quote al
prezzo proposto”, recita una nota emessa dalla società di
brokeraggio finlandese Seb Enskilda che ha tra l’altro fissato a
170 corone il valore “equo” della partita. “il mercato della
videoconferenza è destinato ad una crescita eccezionale. E il
potenziale di Tandberg è enorme”, sottolinea Peter Strand,
analista du Seb Enskilda.

Secondo i 21 azionisti l’operazione non sarebbe conveniente:
Tandberg ha tutte le carte in regola per generare elevati ritorni
come azienda indipendente, è la tesi sostenuta dal gruppo dei 21.
Anche se lo stesso gruppo fa sapere di non escludere di accettare
una nuova proposta, ovviamente al rialzo. “probabilmente il
motivo che ha spinto il board di Tandberg a dare il disco verde
alla proposta è il bonus triennale garantito da Cisco”,
sottolinea Rune Seimar, chief executive del Gruppo Rasmussen. Per
l’acquisizione di Tandberg è necessario l’ok da parte del 90%
degli azionisti. Ora bisognerà valutare le eventuali contromosse
di Cisco.

Tandberg ha inoltre annunciato questa mattina i risultati
finanziari relativi al terzo trimestre 2009. Il fatturato ha
raggiunto la cifra di 234,7 milioni di dollari registrando una
crescita dell’11,6% rispetto al corrispondente periodo dello
scorso anno. L’utile lordo del trimestre è stato del 65,6% (era
del 65,9% nel Q2 del 2008). Le spese generali, amministrative e di
vendita si sono attestate sugli 89,5 milioni di dollari contro gli
81,7 milioni dello stesso trimestre dello scorso anno. L’utile
operativo è stato di di 50 milioni rispetto ai 45,3 milioni del Q2
2008. Gli utili per azione (dopo le tasse) sono stati di 0,23
dollari (erano $0,35 nel Q2 2008).

L’azienda ha generato un flusso di cassa pari a 72 milioni di
dollari che, dopo investimenti pari a 14,1 milioni e l’esborso di
20 milioni per pagamenti relativi all’acquisto di Codian, ha
generato un’entrata di cassa totale pari a 37,9 milioni. Il 30
settembre 2009 l’azienda ha chiuso con un bilancio di 245,7
milioni, senza debiti e con un equity ratio del 64,8%.

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