IL CASO

Sprint Nextel, Softbank “boicotta” i finanziamenti di Dish

Si infiamma la battaglia per il controllo del terzo operatore mobile Usa. I giapponesi pronti a “bloccare” le banche nell’Ipo di Alibaba

Pubblicato il 14 Mag 2013

mobile-arpu-120316150538

La battaglia per il controllo del terzo maggiore operatore mobile statunitense Sprint Nextel, contesa tra gli americani di Dish Network e i giapponesi di Softbank, si infiamma: Softbank sta cercando di bloccare l’offerta concorrente bussando direttamente alla porta delle banche di investimento per chiedere di non finanziare l’acquisto di Dish.

Quali gli argomenti che Softbank mette sul tavolo? Il gruppo telecom giapponese possiede un terzo di Alibaba e sta indicando alle banche che le loro chance di essere coinvolte nella quotazione in borsa del colosso cinese del commercio elettronico (una quotazione che si prospetta di dimensioni storiche) potrebbero essere a rischio se aiuteranno Dish a mettere insieme i 9 miliardi di dollari di cui ha bisogno per finanziare la sua offerta per Sprint, come riferiscono fonti vicine alle trattative sentite dal Financial Times.

Il controllo di Sprint è considerato strategico da entrambe le parti, tanto che i chief executive di Dish e SoftBank non hanno risparmiato pubblici attacchi in cui ognuno sostiene che l’offerta dell’altro non ha alcuna logica industriale né il giusto valore economico; Masayoshi Son di SoftBank ritiene anche che Dish non abbia i soldi per sostenere la sua proposta.

SoftBank è stata la prima a farsi avanti per acquisire l’operatore mobile americano, mettendo sul piatto 20,1 miliardi di dollari. Il cda di Sprint ha approvato la proposta, ma poi è intervenuta Dish con una contro-offerta, non formale, da 25,5 miliardi di dollari e il board di Sprint ha riunito un comitato speciale per decidere se Dish dovrà essere sollecitata a presentare un’offerta formale.

Quanto alla quotazione di Alibaba, si tratta dell’offerta pubblica iniziale più attesa dopo quella di Facebook ed è prevista per la fine del 2013 o l’inizio del 2014. Le banche di investimento sgomitano per entrare nell’operazione, sia per il suo valore intrinseco, sia per racimolare finalmente profitti dopo un periodo in cui il mercato delle Ipo si è mantenuto debole, specialmente a Hong Kong dove Alibaba dovrebbe quotarsi.

Secondo il Ft, pur se SoftBank è un importante azionista del colosso cinese dell’e-commerce, non ha il potere di decidere in quale direzione deve muoversi il management di Alibaba; potrebbe però mettere i bastoni tra le ruote alle banche che non le sono gradite – come gli eventuali finanziatori di Dish.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati