L'INTERVISTA

Parisi: “L’Agenda in mano a Letta”

Il numero uno di Confindustria Digitale: il Presidente del Consiglio dia l’impulso politico, affinché venga riconosciuto il giusto valore al digitale. Serve un forte coordinamento altrimenti il rischio è di impantanarsi. Urgente risolvere l’impasse sulla governance dell’Agenzia

Pubblicato il 20 Mag 2013

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«La Corte dei Conti ha bloccato l’attuazione dell’Agenda Digitale. È vero, dobbiamo dare tempo al nuovo governo che si è appena insediato, ma è necessario che esprima la volontà politica di dare il giusto valore all’Agenda Digitale. È una delle poche politiche che incidono positivamente sulla spesa pubblica e sono uno straordinario impulso alla crescita. È adottata in tutta Europa ed è un pilastro delle politiche di Bruxelles». Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale, considera fondamentale, ora più che mai, la presa in carico, da parte di Palazzo Chigi, della responsabilità dell’Agenda digitale.

Presidente Parisi, dunque la nomina di un vice ministro alle Comunicazioni presso il Mise non è il massimo.

La nomina di Antonio Catricalà al Mise andrebbe benissimo. Lui conosce i temi, ha una lunga consuetudine con le politiche per le comunicazioni. Noi riteniamo che il Presidente del Consiglio debba prendere in mano in prima persona il tema dell’Agenda digitale. La delega a un vice ministro presso il ministero dello Sviluppo Economico può essere funzionale al progetto di innovazione Paese solo se l’impulso politico viene dal capo del Governo. L’Agenda digitale tocca trasversalmente tutte le amministrazioni centrali e locali. Serve un forte coordinamento ed un altrettanto deciso impulso politico altrimenti il rischio è quello di impantanarsi in mille ostacoli e resistenze.

L’impasse politica dei mesi scorsi ha comportato un inevitabile rallentamento della roadmap sul fronte dell’emanazione dei decreti attuativi per i progetti sotto il cappello del Crescita 2.0. Ora abbiamo un governo, quali azioni bisogna subito mettere a segno?

Dal mese di dicembre, da quando è stata approvata la legge, spingiamo affinché si dia attuazione alle misure previste dal decreto. Era scontato che ci sarebbe stato un ritardo, considerata la difficile situazione politica, ma ora la faccenda si sta facendo davvero preoccupante. I target Ue al 2015 rischiano di non essere raggiunti e, inoltre, l’Italia – già in ritardo rispetto ai Paesi più tecnologicamente avanzati – continua ad ampliare il gap. Insomma è arrivato il tempo dell’azione. Non servono più leggi ma decisioni amministrative e operative. Il Governo deve dare un segnale circa importanza del tema dell’Agenda digitale. Tanto per cominciare c’è la questione della governance dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Non bastassero le lungaggini legate al coinvolgimento di cinque ministeri, ora vi sono anche le obiezioni della Corte dei Conti.

Avete avuto difficoltà in questi mesi a relazionarvi con le istituzioni?

L’Agenzia per l’Italia Digitale, nonostante le impasse burocratiche, sta lavorando a tempo pieno. Abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare con il direttore generale Agostino Ragosa per dare il nostro contributo attivo sul grande tema dell’innovazione. Ma certamente bisogna sbloccare definitivamente la situazione.

Quindi forte impulso politico sull’Agenda e tema della governance. E poi bisognerà passare all’azione. Quali le priorità?

Fascicolo sanitario elettronico, Carta di identità elettronica e Anagrafe unica sono secondo noi le priorità, le tre azioni capaci di generare quel circolo virtuoso che ha come obiettivo di migliorare la qualità dei servizi al cittadino da parte della Pubblica amministrazione e al contempo di abituare lo stesso cittadino all’uso del web e della comunicazione online verso la Pubblica amministrazione.

E sul fronte infrastrutturale?

L’azione numero uno è senza dubbio una razionalizzazione delle infrastrutture che fanno capo alla Pubblica amministrazione. Ragosa sta studiando il tema e dovrebbe presentare a breve un Piano operativo. Questa è sicuramente un’azione urgente. Poi c’è il tema del digital divide e delle reti di nuova generazione. A disposizione delle Regioni, in particolare quelle Obiettivo 1, vi sono una serie di fondi. A quanto ci risulta il ministero dello Sviluppo Economico ha completato le procedure al fine di rendere possibile l’attivazione dei fondi europei. Il clima è molto positivo e dunque confidiamo nel rispetto delle tempistiche affinché si possano sfruttare appieno le risorse messe a disposizione e non sprecarle.

Come Confindustria Digitale avete partecipato attivamente alla messa a punto dell’Agenda digitale italiana attraverso proposte concrete sottoposte e condivise con il precedente governo. Ora cosa farete?

Ora è tempo di passare all’azione. Le leggi ci sono e non servono più documenti strategici. Non si può ricominciare ogni volta daccapo. Continueremo a dare il nostro contributo e siamo a disposizione del governo, ma è davvero arrivata l’ora del fare.

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