PRIVACY

Tempora come Prism? Uk nel mirino Ue

Si indaga sul software che sarebbe utilizzato dai servizi segreti britannici per controllare le comunicazioni via cavo. Il commissario Reding chiede risposta immediata

Pubblicato il 27 Giu 2013

Patrizia Licata

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Il programma britannico Tempora è ”un chiaro segnale di come abbiamo bisogno, a livello Ue, di tracciare un equilibrio tra la protezione dei dati personali e la loro elaborazione per motivi di sicurezza”. Ha commentato così il vicepresidente della Commissione Ue Viviane Reding la notizia, trapelata su alcuni media, che parla di un programma britannico che verrebbe usato dai servizi di intelligence per intercettare i collegamenti via cavo su cui viaggiano dati internet e telefonate tra Usa e Europa.

In una lettera al ministro degli Esteri britannico William Hague, la Reding chiede una risposta urgente, “entro la fine della settimana”, per capire la portata delle attività britanniche di controllo delle reti ottiche e se esiste violazione delle leggi europee sulla privacy. “Se quanto riportato dai media è vero, questo programma potrebbe avere un grave impatto sui diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione europea”, scrive la Reding nella lettera, visionata dal Financial Times.

L’Unione europea si unisce così alla richiesta di chiarimenti che già era partita dalla Germania, il cui ministro della Giustizia, Sabine Leutheusser-Scharrenberger, aveva spedito una lettera alle autorità britanniche chiedendo di fornire immediatamente informazioni. “Il governo tedesco deve fare tutto quello che può per chiarire velocemente e completamente ogni questione aperta su Prism e Tempora”, afferma il ministro tedesco. “Tre righe non sono abbastanza. Le lettere ai miei colleghi non hanno ancora avuto risposte. Il governo britannico deve dare queste risposte.”

I timori della Germania e dell’Ue si legano al recente caso scoppiato intorno a Prism, il presunto programma di spionaggio dell’intelligence americana sulle comunicazioni via Internet e telefono dei cittadini americani, cui anche l’agenzia per la sicurezza britannica, la Gchq, avrebbe avuto accesso.

Londra ha subito replicato di agire all’interno della legalità, e il ministro Hague ha chiarito che l’intelligence britannica non spia indiscriminatamente i suoi cittadini: “E’ stato detto che la Gchq usa la nostra alleanza con gli Stati Uniti per aggirare la legge britannica e ottenere informazioni che in base alla legge britannico non potrebbe ottenere: è un’accusa assolutamente infondata”, ha detto il ministro.

Viviane Reding a inizio mese ha scritto anche al Procuratore generale degli Stati Uniti Eric Holder per esprimere il suo disappunto sul programma Prism e sulle “nefaste conseguenze che potrebbe avere sui diritti alla privacy dei cittadini europei”.

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