La prossima settimana si preannuncia calda sul fronte delle telecomunicazioni: martedì 9 è in calendario la relazione annuale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, mentre giovediì 11 il consiglio dell’Authority dovrebbe licenziare la delibera che fissa il costo dell’unbundling della rete fissa. C’è grande attesa da parte degli operatori alternativi per quest’ultimo provvedimento dell’Agcom, e non mancano le polemiche relative all’attuale canone ritenuto eccessivo. Al punto da indurre l’ad di Wind, Maximo Ibarra, a lanciare l’allarme di una possibile chiusura di Infostrada nel caso in cui non venisse ridotto il costo dell’affitto della rete fissa di Telecom.
Contrariamente a quanto accaduto nella telefonia mobile, sostengono gli operatori alternativi, nel fisso la concorrenza non ha attecchito e il mercato si è ristretto anziché allargarsi, con relativa riduzione dei gestori e praticamente nulle possibilità di far leva sulla riduzione delle tariffe finali per “conquistare” i consumatori e ridurre le bollette telefoniche.
Attualmente il costo dell’unbundling è di 9,28 euro al mese per ciascuna linea: le richieste formulate dagli operatori alternativi nel corso delle consultazioni presso l’Authority, si orientano verso un ‘taglio’ di un euro a linea, circa un 10% in meno, che equivarrebbe ad un valore complessivo pari ad una settantina di milioni di euro