TRIMESTRALE

Vila (Telefonica): “Non puntiamo a controllo Telco”

Il direttore finanziario: “La nostra idea è mantenere l’investimento in Italia secondo l’attuale struttura”. Intanto il secondo trimestre chiude con utili netti in picchiata del 13,1% a 1.154 milioni: pesa la performance domestica. Tengono i ricavi, a quota 14.421 milioni (+0,5%) grazie all’America Latina

Pubblicato il 25 Lug 2013

Paolo Anastasio

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Telefonica non è intenzionata a ottenere il controllo sull’intero capitale di Telco, holding che controlla Telecom Italia, e si augura venga mantenuta l’attuale struttura azionaria. Lo dice nel corso di una conference call telefonica con gli analisti il direttore finanziario Angel Vila. “La nostra idea è quella di mantenere l’investimento in Italia secondo l’attuale struttura e cercheremo di convincere i nostri azionisti dei vantaggi di questa ipotesi”, dice. Telefonica detiene una quota pari a 46% in Telco, posizione che garantisce al gruppo spagnolo una partecipazione indiretta di 10,5% in Telecom Italia.

La crisi economica sul mercato domestico pesa sui conti di Telefonica, che ha chiuso il secondo trimestre con utili in flessione e ricavi piatti. L’indebitamento netto è sceso sotto quota 50 miliardi di euro, in linea con i target aziendali, e in prospettiva c’è l’acquisizione di E-Plus in Germania. Il secondo trimestre di quest’anno è terminato con un utile netto in flessione del 13,1% a 1.154 milioni di euro, su ricavi pressoché stabili (+0,5%) a 14.421 milioni, grazie soprattutto alla forte accelerazione in America Latina (+10,4%), che rappresenta il 51% del fatturato globale. L’Ebitda è diminuito dello 0,7% a 4.854 milioni. Nel semestre il risultato netto è stato positivo per 2.056 milioni (-0,9%), i ricavi si sono attestati a 28.563 milioni, in flessione dello 0,5% e il margine operativo lordo a 9.421 milioni (-0,4%).

L’indebitamento netto al 30 giugno è pari a 49.793 milioni, con un leverage ratio pari a 2,4 volte, in flessione di 8.517 milioni in un anno e di 1.466 milioni da dicembre 2012. “I risultati del primo semestre sono in linea con le stime interne della società e consentono di confermare i target finanziari e operativi per il 2013”, spiega Telefonica.

I conti del secondo trimestre hanno battuto le attese degli analisti grazie alla performance migliore del previsto della divisione spagnola. Ad affermarlo è Banco Sabadell, che evidenzia l’aumento dei margini in Spagna fino al 48,4% rispetto al 44,8% del primo trimestre e alla stima del 47,7% della banca. Inoltre, aggiunge l’istituto di credito, la crescita organica è stata solida soprattutto in America Latina, anche se la performance ha risentito dell’impatto della debolezza valutaria. La raccomandazione è buy e il target price è pari a 13,8 euro. Telefonica tratta in rialzo dello 0,2% a 10,30 euro.

In merito all’acquisizione di E-Plus annunciata in settimana, il presidente di Telefonica Caesar Alierta, ha sottolineato: “l’evoluzione del business e la nostra performance finanziaria ci hanno messo in una posizione di forza dalla quale annunciare l’accordo per l’acquisizione della controllata tedesca di Kpn, E-Plus, attraverso Telefonica Deutschland, per creare un operatore leader nel mercato europeo. Questa è chiaramente un’operazione che crea grande senso strategico e genererà benefici significativi per i consumatori, la società e i nostri azionisti”.

Per quanto riguarda l’acquisizione di E-Plus in Germania, l’operazione, che non sarà conclusa prima del secondo trimestre del 2014, dovrà ancora superare due ostacoli non secondari: l’opposizione del miliardario messicano Carlos Slim e l’antitrust. Carlos Slim, che tramite America Movil detiene il pacchetto di maggioranza di poco inferiore al 30% in Kpn – che controlla E-Plus in Germania – pensa che il prezzo di 8,1 miliardi di euro messo sul piatto da Telefonica sia troppo basso. Lo rende noto oggi il Financial Times, aggiungendo che Slim non è contrario, in linea di principio, all’operazione ma che si tratti di una mera questione di prezzo. I due consiglieri di amministrazione di America Movil in quota a Carlos Slim nel cda di Kpn hanno votato contro al deal. Secondo gli analisti, però, l’operazione è percepita come un ottimo affare soprattutto per Kpn e non per Telefonica. “Slim dovrebbe pensarci due volte” prima di opporsi, ha detto una fonte al Financial Times.

Moody’s ha confermato il giudizio Baa2 su Telefonica dopo l’annuncio relativo all’acquisto di E-Plus. L’outlook resta negativo. L’agenzia di rating ritiene che l’operazione sarà oggetto di grande attenzione da parte della autorità, come avvenuto nei precedenti casi di consolidamento nel mercato del mobile in Europa. Riguardo ai conti, l’agenzia stima che, sebbene Telefonica abbia preso misure decisive per mitigare gli effetti del difficile contesto in Spagna, la continua pressione su ricavi ed Ebitda continuerà a sfidare la capacità di migliorare il profilo creditizio del gruppo, su cui l’acquisto di E-Plus non avrà un grande impatto. Moody’s stima per il 2013 un calo del fatturato, con una compressione dei margini a livello di gruppo. Il probabile calo a doppia cifra dei ricavi domestici di Telefonica non sarà completamente compensato dalla crescita delle società controllate internazionali, che saranno penalizzate dal deprezzamento della valuta in Brasile e le svalutazioni in Venezuela.

Nel primo semestre Telefonica ha continuato nella “progressiva stabilizzazione del business nei mercati chiave”. In Spagna le vendite sono aumentate e i ricavi complessivi, fisso più mobile, hanno mostrato un calo del 10,4% (in calo del 10,9% nel primo semestre), con un ebitda margin nel trimestre al 48,4% (3,6% in più su base annua) e al 47,7% nei sei mesi (in aumento del 4%).

In Brasile gli accessi nel mobile dell’operatore Vivo sono saliti del 2%, spinti dalla forte domanda di smartphone (+101%). I ricavi hanno mostrato un rialzo del 3,1% (+3% nei sei mesi) a 3.167 milioni di euro (+4,8% nel trimestre escluso l’impatto regolamentare), l’Ebitda margin è stato pari al 32,1% nel trimestre (32,2% nei sei mesi). Nel Regno Unito i ricavi da servizi mobile hanno mostrato un ribasso dello 0,9% (-1,9%) nel primo semestre, l’Ebitda si è attestato a 419 milioni (757 milioni nei sei mesi), con una marginalità al 25,8% (23,4%), nonostante eventi straordinari (plusvalenza di 73 milioni per la vendita di asset nel business fisso nel secondo trimestre e costi di ristrutturazione di cui 40 milioni imputabili al trimestre).

Complessivamente Telefonica a giugno ha raggiunto 317,3 milioni di accessi, in crescita del 2%, penalizzata dalla vendita delle attività nel fisso nel Regno Unito (720mila accessi), la risoluzione di 114mila contratti nel mobile in Repubblica Ceca e l’applicazione di criteri contabili più restrittivi per il segmento prepagato. Nel mobile, gli accessi si sono attestati a 249,5 milioni (+2%), nel broadband a 63,3 milioni (+41% rispetto al secondo trimestre 2012), con un incremento della penetrazione al 25% del mobile (+7%). Gli accesi broadband retail erano pari a 18,3 milioni (+2%), escludendo l’impatto della cessione in Uk.

A livello di paesi, i conti del gruppo spagnolo sono stati trainati da Telefonica Latino America, che ha accelerato la crescita di 3,5 punti percentuali al 10,4% annuo nel secondo trimestre, aumentando l’incidenza sui ricavi totali di 3,1 punti, al 51,4%. La performance di Telefonica Europe, sempre negativa, è migliorata di 1,7 punti a -8,8%, con un’incidenza scesa al 46,9% (-1,8 punti). Il capex del gruppo nel primo semestre si è attestato a 3.903 milioni (+6,75), con un cash flow delle attivita’ operative (ebitda meno Capex) in salita del 3,4%.

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