LA CRISI

Nsn, sindacati: “Subito un tavolo sulla mobilità”

Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm chiedono un incontro urgente con i vertici di Nokia Siemens Networks per discutere modi e tempi della procedura di mobilità avviata fa per 226 dipendenti

Pubblicato il 25 Lug 2013

Paolo Anastasio

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Un incontro urgente per l’apertura di un tavolo presso la sede di Assolombarda, al fine di discutere modi e tempi della procedura di mobilità per 226 dipendenti avviata due giorni fa da Nokia Siemens Networks Italia. Questa la richiesta dei sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm avanzata ai vertici dell’azienda e al Ministero del Lavoro, dopo la comunicazione via mail ai dipendenti della nuova ondata di esuberi in arrivo in Nsn. L’incontro potrebbe avvenire il 30 luglio.

Secondo le Rsu dell’azienda, “il numero attuale di dipendenti, dopo l’avvio della Cigs un anno fa, è pari a 592 (1 operaio, 300 impiegati, 211 quadri, 80 dirigenti). L’ulteriore procedura di mobilità per 226 persone ridurrebbe il personale a 366 effettivi, o forse anche meno visto che i dirigenti non vanno in mobilità e un’azienda con 80 dirigenti e 286 fra impiegati, quadri e operai non si è mai vista”.

Le Rsu ricordano che nel 2007, anno di costituzione in Italia della joint venture fra Nokia e Siemens, il personale era di circa 3mila unità, ridotto a 1100 un anno fa prima dell’accordo raggiunto a ottobre 2012 sulla Cigs a rotazione per 445 dipendenti, in scadenza a fine ottobre.

Lo scorso 27 giugno Nsn Italia ha annunciato il cambio al vertice, con l’arrivo di Massimo Mazzocchini al posto di Maria Elena Cappello al timone dell’azienda.

Nel frattempo, Nokia ha rilevato il 50% delle quote detenute da Siemens nella joint venture per un totale di 1,7 miliardi di euro. Secondo voci riportate dalla stampa internazionale, Nokia potrebbe far gola a Huawei.

La procedura di mobilità è stata avviata a causa della perdurante “stagnazione del mercato delle telecomunicazioni, e addirittura in alcuni segmenti della contrazione – si legge nella mail aziendale – La concorrenza in Italia rimane assai aggressiva e dobbiamo affrontare le conseguenze dell’interruzione dell’accordo sulla fornitura di Servizi Microwave in Italia.
In definitiva, insieme ad altre misure di efficientamento, è necessario portare a termine il processo di riduzione della nostra forza lavoro in Italia”, nel quadro del piano di risitrutturazione globale che si chiuderà a fine 2013.

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