EUROPA

Roaming, le telco affilano le armi

L’industria pronta a salire sulle barricate per bloccare la proposta del commissario Kroes e rivedere i costi delle chiamate. Gmsa e Etno in pole position

Pubblicato il 31 Lug 2013

Francesco Molica

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I retroscenisti di Bruxelles lo dicono ormai fuori dai denti: al cospetto dell’ulteriore riduzione delle tariffe di roaming annunciata dal commissario per l’agenda digitale Neelie Kroes l’industria è pronta a salire sulle barricate. Nonostante l’attività delle istituzioni europee si sia via via rarefatta per l’avvicinarsi delle vacanze estive, le principali telco europee sono ancora in pieno fermento. O per meglio dire in gran fibrillazione. Tanto da aver lanciato una poderosa operazione di lobbying per persuadere la Commissione Ue a rivedere la raffica di nuovi tetti al costo delle chiamate internazionali in Europa inseriti nell’ormai chiacchieratissimo pacchetto sul mercato unico del tlc, che dovrebbe essere ufficialmente presentato con unico regolamento all’inizio di settembre.

A guidare il dissenso sono Gsma e Etno (le associazioni che raccolgono rispettivamente i principali operatori mobili e gl’incumbent europei), ma anche gli Olo hanno espresso contrarietà. E se non si pervenisse ad un “compromesso”, la battaglia sotterranea che in questi giorni si sta consumando a Bruxelles potrebbe sfociare in aperto scontro. Uno scenario che però, secondo fonti accreditate, l’esecutivo europeo desidererebbe scongiurare a tutti i costi.

Nei mesi scorsi diversi stati membri si sono mostrati alquanto tiepidi a mano a mano che i primi dettagli del piano sul mercato unico cominciavano ad affiorare. E qualora anche l’industria, che in un primo tempo aveva salutato il pacchetto con entusiasmo, si mettesse ora di traverso, il destino della proposta di regolamento potrebbe essere segnato. Ragione per la quale la Kroes avrebbe già fatto sapere di essere disponibile ad ascoltare le istanze degli operatori. Il punto è quanto terreno il commissario per l’agenda digitale è disposta a cedere. Interpellato lunedì dall’FT, il suo portavoce Ryan Heath ha spiegato che la Commissione resta aperta a tutte le proposte e i commenti “costruttivi”, purché siano “realistici”. Tradotto: semaforo verde ad un negoziato con l’industria, ma la sostanza delle misure sul roaming non si tocca.

Anche perché il giro di vite sulle tariffe delle chiamate internazionali resta cruciale per convincere il Parlamento europeo a dare il via libera all’intero pacchetto entro la fine del suo mandato – che scade tra un anno esatto –, e fare marcia indietro significherebbe perdere il favore di Strasburgo. Insomma, la Kroes rischia sempre di più di trovarsi stritolata tra più fuochi. A tutto detrimento delle chance della sua proposta di essere approvata in tempi rapidi.

L’ultima versione ufficiosa del pacchetto sul mercato unico delle tlc prevede che le tariffe delle telefonate ricevute all’estero siano eliminate completamente. Ma la proposta di regolamento dispone anche una netta diminuzione dei prezzi wholesale sempre per il mercato del roaming: portandoli a 3 centesimi al minuto per il traffico voce e 1,5 centesimi per megabyte per il traffico dati, che risulterebbe rispettivamente in un abbassamento del 40% e del 70% rispetto ai tetti attualmente a regime.

Secondo quanto rileva uno studio curato dal Boston Consulting Group per Etno, “il colpo di frusta” delle citate misure è quantificabile in 7 miliardi di euro all’anno in perdite inflitte agli operatori. Ecco spiegata l’agitazione delle grandi telco europee. Che, sullo sfondo delle sofferenze economiche vissute dal settore, leggono nelle nuove disposizioni sul roaming un ulteriore freno ai claudicanti investimenti in reti di nuova generazione.

C’è anche da dire che il pacchetto sul mercato unico, quantunque sia stato vittima di ripetuti “leaks” (il sospetto è che sia stata la Commissione stessa ha diffondere informalmente la bozza per sondare gli umori dei vari stakeholder), è ancora oggetto di vivaci discussioni tra i diversi servizi della Commissione e non è stato neppure adottato ufficialmente dal collegio dei commissari. Potrebbe quindi subire sostanziali modifiche, anche rispetto agli altri passaggi di rilievo, tra i quali risaltano la creazione di un “passaporto unico” per gli operatori attivi in più paesi Ue, una normativa sulla net neutrality, o ancora l’introduzione di regole per armonizzare modalità e tempistiche delle aste per l’assegnazione delle frequenze. Tutte misure che sono ben lungi dal fare l’unanimità tra i decisori europei, e che dunque richiederebbero una disamina legislativa molto lunga e accidentata. Se a questo si sommano le granate che l’industria potrebbe cominciare a lanciare contro il pacchetto, l’impressione è che, a prescindere dal roaming, la proposta della Kroes potrebbe avere vita corta.

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