Telecom, Asati: “Scorporo non basta, servono risorse finanziarie”

In audizione alla Camera il presidente Franco Lombardi ha evidenziato i nodi da sciogliere in vista del cda del 17 settembre. Ingresso di un socio estero o intervento della Cdp le soluzioni per uscire dall’impasse ed evitare la crisi sistemica

Pubblicato il 06 Ago 2013

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Lo scorporo della rete non basta. Telecom Italia ha bisogno di nuove risorse finanziarie per migliorare l’assetto patrimoniale. E se l’azionista di controllo, Telco, non è disposto a metterle in campo sarà necessario trovare altre strade, in primis quella di un intervento della Cassa depositi e prestiti. Ma non bisogna escludere l’entrata in scena di un socio estero, ipotesi che – secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni – sarebbe peraltro ancora in piedi, nostante il fallimento delle trattative con i cinesi di Hutchison Whampoa.

Questo in sintesi l’“appello” lanciato da Franco Lombardi, presidente di Asati (l’associazione che rappresenta i piccoli azionisti di Telecom Italia) in occasione dell’odierna audizione alla Commissione Trasporti alla Camera. “Lo scorporo della rete non è né un panno caldo né una panacea: la società della rete non risolve nessun problema finanziario, metterebbe solo in sicurezza un asset del Paese”, ha detto Lombardi puntualizzando che seppure il progetto sia “molto positivo” Telecom “ha bisogno di essere ricapitalizzata”.

Difficile, anzi pressoché da escludersi l’intervento della holding di controllo, Telco – “vive un momento drammatico di difficoltà interna perché è molto indebitato”, ha detto Lombardi. E non va dimenticato che i partner finanziari (Mediobanca e Generali in primis) “vogliono molto probabilmente uscire dal patto parasociale”. La finestra temporale è risicata – ha evidenziato il presidente di Asati – dal 1° al 30 settembre – di conseguenza la ricerca di una soluzione è urgente e Lombardi auspica che la questione sia affrontata in occasione del Cda di Telecom in calendario il prossimo 17 settembre. Del “caso” dovrebbe farsi carico lo Stato e secondo Lombardi Cassa depositi e prestiti e il Fondo strategico sarebbero “partner naturali”. “Sono entrate in Finiper che è una catena di supermercati che fattura 2 miliardi. Sono entrati nella Snam per aiutare l’Eni, sono entrati nelle Generali per fare un favore alla Banca d’Italia. Non mettono i soldi in un’azienda strategica per il Paese che se va in default entra una crisi sistemica?”.

LA RELAZIONE COMPLETA DEL PRESIDENTE DI ASATI FRANCO LOMBARDI

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