IL REPORT PWC

Pwc: l’Italia si converte ai “my media”

Le stime di PwC al 2017, quando l’85% degli italiani accederà al web tramite smartphone e tablet, prevedono un giro d’affari del settore media e entertainment di 51 miliardi. Si fa strada anche il second screen

Pubblicato il 17 Set 2013

Patrizia Licata

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Nel 2017 il mercato italiano dei media e dell’intrattenimento varrà oltre 51 miliardi di euro, con un tasso di crescita del 3,7% tra 2013 e 2017; quello mondiale varrà 2.152 miliardi, guidato dagli Usa (632 miliardi) e poi da Giappone e Cina quasi alla pari (203 e 202 miliardi rispettivamente), da Germania (110 miliardi) e Regno Unito (104 miliardi). Sono solo alcuni dei dati che emergono dal rapporto di PwC “Entertainment & Media Outlook 2013-2017”, che evidenzia lo stato dell’arte e i trend del settore a livello mondiale. 



Grazie alla crescita nella diffusione di smartphone e tablet si assisterà a una progressiva diffusione di Internet che porterà ad una democratizzazione nell’accesso ai contenuti e alle esperienze E&M, si legge nello studio. 
Nei prossimi cinque anni, Cina, Brasile, India, Russia, Estremo Oriente, Nord Africa, Messico, Indonesia e Argentina saranno i Paesi a più alto tasso di crescita: la spesa legata ai media e all’intrattenimento raddoppierà arrivando nel 2017 a rappresentare il 22% dei ricavi totali del settore. Contemporaneamente, i mercati più maturi e tecnologicamente avanzati, tra cui Nord America, Europa Occidentale e Asia Pacifico, nei prossimi cinque anni vedranno crescere la spesa digitale che farà da traino per l’E&M.

Il mondo del digitale influenza il mercato dei media e dell’intrattenimento anche in Italia e nel 2017 raggiungerà i 17,4 miliardi di euro, pari al 31% del mercato E&M totale.
Ancora, nei prossimi cinque anni la spesa dei consumatori per l’accesso ad Internet raggiungerà i 12 miliardi di euro (+10,3%) e nel 2017 l’85% della popolazione accederà al web tramite smartphone e tablet (ora lo fa circa il 50% della popolazione). La crescita di Internet, spiega il report, sarà guidata anche dall’aumento della penetrazione della banda larga (69% della popolazione nel 2017, contro il 44% del 2008).

“In Italia, dove il contesto economico è ancora in significativa sofferenza, gli operatori dovranno focalizzarsi sulla conoscenza sempre più profonda delle preferenze dei consumatori e sulla capacità di influenzarle”, sottolinea Andrea Samaja, Leader italiano Entertainment & Media di PwC. “Ad esempio l’identificazione dei comportamenti del consumatore multi-piattaforma può dimostrarsi un elemento distintivo sul mercato”.

Lo studio PwC prosegue indicando che, a livello globale, nel 2014 la spesa per Internet da mobile supererà la spesa per Internet fisso, grazie a una penetrazione da smartphone che nel 2017 arriverà a superare il 60 % (tasso di crescita 2013-17 dell’11%). La pubblicità mobile sta diventando una realtà, con previsioni di crescita in tutti i Paesi per i prossimi cinque anni intorno al 27%: i ricavi da pubblicità mobile supereranno 27 miliardi di dollari nel 2017.

Capire i nuovi consumatori è la chiave, sottolineano gli analisti: nei prossimi cinque anni, tutte le imprese E&M si troveranno ad avere a che fare con una clientela globale nuova e più diversificata, con esigenze ed aspettative diverse. Sta emergendo un nuovo ceto medio, connesso ad Internet tramite dispositivi mobile. Brasile, Cina, India e Russia rappresenteranno, entro la fine del 2017, il 45% degli abbonamenti di banda larga fissa e il 50% degli utenti di Internet mobile. Le chiavi di successo per una società E&M nel futuro saranno la velocità, la flessibilità e la capacità di fidelizzare e monetizzare una sempre più variegata “base clienti connessa” fornendo contenuti personalizzati.

Aggiunge Andrea Samaja: “Ritengo che il concetto chiave possa essere espresso dalla frase ‘da mass media a my media’. Per essere vincenti sul mercato sarà sempre più importante comprendere i gusti del consumatore per entrare a far parte dei suoi personal media. Questo obbliga gli operatori di mercato ad innovare i modelli di business rendendoli sempre più flessibili e coerenti con i singoli target”.

I consumatori vogliono infatti esperienze personalizzate: il loro contenuto sul dispositivo scelto da loro quando lo richiedono. I consumatori sottoscrivono meno gli abbonamenti alle Pay Tv e preferiscono scegliere i contenuti attraverso Internet, con costi minori. Così, nonostante entro il 2017 i ricavi da servizi Ott raggiungeranno solo il 6% di tutti i ricavi da Pay Tv, gli operatori devono adattare i propri servizi alle aspettative in cambiamento dei consumatori di più contenuti on-demand. Un’ulteriore espressione del fenomeno ‘my-media’ è l’utilizzo crescente da parte dei consumatori del “second screen” – smartphone e tablet – per commentare e condividere l’esperienza della Tv e altri contenuti con amici, spesso tramite i social media.

Ciò non significa, continua lo studio PwC, che i media tradizionali siano al tramonto. “Esiste una sfida chiara e costante per tradurre il consumo digitale in ricavi digitali”, si legge nel report. “Nella spesa dei consumatori in E&M, nel breve periodo, i media tradizionali continuano a dominare. Il 9% della spesa totale dei consumatori E&M in contenuto digitale nel 2012 salirà solo al 16% della spesa totale entro il 2017. E i ricavi da pubblicità Tv online triplicheranno tra il 2012 ed il 2017, ma resteranno una frazione dei ricavi tradizionali da Tv”.

Contrastare la pirateria nell’era della connessione resta una priorità, affidata non solo alla normativa ma anche agli operatori, che devono capire i consumatori per offrire il giusto contenuto in relazione alle persone, al momento, al luogo e al prezzo – tramite la giusta esperienza, segnalando la disponibilità di un’offerta legale altrettanto, anzi più valida.

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