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Blackberry, in vista cessione a Fairfax

Firmata una lettera d’intenti per il passaggio a un consorzio guidato dall’azionista. Sul piatto 4,7 miliardi di dollari. L’accordo prevede il delisting. Analisti divisi: per alcuni la società potrà rinascere come vendor di nicchia per il mercato enterprise, altri più scettici: “E’ l’inizio della fine, probabile uscita dal business dei device entro metà 2014”

Pubblicato il 24 Set 2013

Patrizia Licata

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Blackberry ha ora davanti uno scenario più chiaro. L’azienda ha firmato una lettera di intenti per essere acquisita da un consorzio di investitori guidato da Fairfax Financial per 4,7 miliardi di dollari. Solo ieri l’azienda canadese annunciava una massiccia ondata di licenziamenti (il 40% del personale) e un piano di ristrutturazione che comprende lo snellimento del portafoglio smartphone, ma i rumors di un possibile takeover non si erano mai sopiti. Fairfax è già il maggiore azionista con il 10% delle azioni e che ha offerto 9 dollari per share, ma l’accordo non è definitivo e il vendor canadese sta ancora vagliando altre opzioni.

“Abbiamo firmato una lettera di intenti in base alla quale un consorzio guidato da Fairfax Financial Holdings Limited ha offerto di acquisire l’azienda dopo la due diligence”, indica Blackberry. “La due diligence dovrebbe essere completata il 4 novembre 2013. Intenzione delle parti è portare avanti i negoziati e giungere a un accordo definitivo e a una transazione entro tale data”, ma, aggiunge Blackberry, le trattative con Fairfax non sono esclusive e l’azienda continuerà a “sollecitare attivamente, ricevere e valutare altre offerte e potrebbe entrare in negoziati con altri potenziali compratori”.

L’accordo con Fairfax prevede il delisting di Blackberry per continuare una ristrutturazione fuori dai riflettori degli investitori.

Tuttavia appare difficile che Blackberry riesca ad attrarre altre offerte, come nota Elvis Picardo di Global Securities, a Vancouver. “Sul mercato pochissimi credono nella possibilità che si presenti un’offerta concorrente”.

Brian Colello, analista di Morningstar, afferma che far uscire Blackberry dalla Borsa sarebbe positivo per l’azienda, perché le permetterebbe di riorganizzarsi lontano dallo scrutinio degli investitori di Wall Street: “Visti i disastrosi risultati finanziari della società, penso che un accordo doveva arrivare il prima possibile”. Secondo Colello, Blackberry potrebbe riemergere come fornitore di nicchia di smartphone altamente sicuri per clienti enterprise e governativi.

Per Jan Dawson, chief telecoms analyst di Ovum, il delisting non risolve invece i problemi fondamentali del vendor: “Innanzitutto, le vendite di device di Blackberry stanno crollando e l’annuncio dato ieri dell’abbandono del mercato consumer vuol dire uccidere questo business. La supply chain di Blackberry si basa sulle economie di scala per ottenere redditività e non potrà mai tornare ad avere la scala necessaria per produrre profitti dai device. È probabile che Blackberry esca completamente dal business dei device entro la metà dell’anno prossimo”.

L’altra grande sfida per Blackberry, sostiene l’analista di Ovum, è che i suoi altri rami di attività sono tutti, in misura più o meno rande, dipendenti dal business dei device. Per esempio, la base installata di Blackberry Messenger è tutta legata agli smartphone Blackberry: il suo lancio su iOs e Android è stato abortito. “Se si toglie l’uso da parte di Blackberry del suo sistema operativo QNX per i device Blackberry, resta un business che vale meno di 100 milioni di dollari”, dichiara Dawson .“L’unica parte di Blackberry che sembra avere un certo valore a questo punto è il suo portafoglio di brevetti ma da solo non giustifica il prezzo d’acquisto”.

Di solito le aziende ricorrono al delisting per dedicarsi a una strategia a lungo termine che le rimetta in sesto, ma per Dawson il problema centrale di Blackberry è proprio il fatto che da anni non possiede una strategia a lungo termine: “A meno che la Fairfax non abbia in progetto di cambiare radicalmente o accelerare la strategia di Blackberry, è improbabile che sia in grado di risollevare le sorti della società”, conclude l’analista. “E quindi stiamo probabilmente assistendo all’inizio della fine di uno dei brand che ha fatto la storia della tecnologia mobile”.

“Ci aspettiamo che Blackberry sparisca presto come marchio legato agli smartphone e forse anche a un sistema operativo”, concorda Michael Genovese di MKM Partners. “Il brand potrebbe rimanere solo come parte dell’applicazione Blackberry Messenger”.

Meno pessimista Ben Wood, chief of research di CCS Insight: “L’accordo con Fairfax potrebbe permettere a Blackberry di valutare con più calma le sue opzioni strategiche, con un nuovo focus sul mercato enterprise”. Per Wood, Blackberry potrebbe anche decidere uno spin off di Blackberry Messenger e una riduzione delle attività nel settore hardware.

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