AFFAIRE TELEFONICA

Telecom, Catricalà: “Si può fare come per Snam”

Il vicemistro alle Comunicazioni: “Sullo scorporo non bisogna intervenire con strumenti autoritativi”. E sulla modifica delle norme Opa: “Possibile, non probabile”

Pubblicato il 27 Set 2013

F.Me.

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“Finora non si è parlato di leggi perché sembrava fosse uno scorporo volontario. Se l’impegno a scorporare la rete c’è e rimane, non bisogna intervenire con strumenti autoritativi”. Lo afferma il vice ministro dello sviluppo economico, Antonio Catricalà, aggiungendo di ritenere comunque positiva una societarizzazione della rete, per cui se non c’è piu’ la volonta’ di Telecom Italia di farlo, “si puo’ fare come abbiamo fatto per Snam” e quindi intervenire con un decreto legge.

“L’importante è che sia un’operazione market friendly”, aggiunge il vice ministro secondo cui in questa fase “la separazione proprietaria è estremamente difficile da ottenere, ma credo si possa facilmente ottenere, anche per legge se serve, una separazione societaria”.

Il governo è impegnato a tutela della rete Telecom Italia, spiega Catricalà, “probabilmente la privatizzazione è stata sbagliata all’origine, c’era chi voleva che non si privatizzasse la rete, ma solo i servizi, però eravamo alle porte dell’ingresso in Europa e bisognava fare cassa. Forse fu una scelta obbligata, vista oggi risulta sbagliata – conclude – ma non deve accadere un epilogo negativo di questa scelta sbagliata”.

Una legge che abbassi la soglia per l’Opa obbligatoria è possibile, ma difficile realizzarla in tempi brevi: questo il parere del viceministro allo Sviluppo Economico, Antonio Catricalà. “Se c’è l’accordo – ha detto incontrando i giornalisti al Corecom Lazio – si può fare. Io dico che è possibile non probabile. È difficile da realizzare”. Catricalà ha poi fatto presente che la norma “non deve essere buona per una sola partita (vedi operazione Telecom-Telefonica ndr) ma in generale per tutti i casi”.

Catricalà ha poi rassicurato. “Non è successo nulla di irreparabile – Possiamo accompagnare questa fase e rassicurare il Paese e i cittadini sulla qualità del servizio e sul fatto che non sarà abbandonata la capacità di Telecom Italia di creare ricchezza, occupazione e innovazione tecnologica. Siamo in tempo per fare tutto, dobbiamo tenere i nervi saldi e nell’ambito della regolamentazione europea fare una scelta accurata, moderata e proporzionata al risultato che vogliamo ottenere”.

Mentre le modifiche alla legge sull’Opa non sarebbero gradite al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. Lo scrive Repubblica spiegando che anche se a palazzo Madama si è presentato il sottosegretario, Alberto Giorgetti, con un atteggiamento di apertura verso una possibile modifica della legge sull’Opa, questo non basta a nascondere il disappunto del titolare del Tesoro verso questa ipotesi.

Le aspettative di Saccomanni, secondo il giornale, si concentrano tutte sul regolamento del “golden power”, vale a dire il limitarsi a imbrigliare il controllo della rete da parte di Telefonica in modo da poter colpire gli interessi sensibili e le prerogative sovrane dello Stato. E in questo modo, cioè puntando sui golden power piuttosto che sulla modifica delle norme sull’Opa, secondo Saccomanni si eviterebbero in campo europeo le accuse di protezionismo.

Anche il numero uno della Consob, Giuseppe Vegas è tornato sull’affaire Telefonica. “La questione dell’italianità è una questione che non ha molto senso”, ha detto. “L’importante – ha sottolineato Vegas a margine dell’incontro all’università Bocconi in memoria di Luigi Spaventa – è che l’azienda produca, mantenga l’occupazione, cresca”.
Alla domanda se ritenga strategica per il Paese la rete fissa di Telecom, Vegas ha replicato: “Questo lo decide il governo”. Secondo il numero della Consob, inoltre, pensa che sia possibile apportare in tempi brevi delle modifiche alla normativa sull’Opa.

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