CONNECTING PROJECT

In Italia piccole telco crescono

Ammontano a 260 gli operatori licenziati attivi a livello locale. Cecchi (Connecting Project): “Conoscenza del territorio e reti di qualità le chiavi di volta per conquistare e fidelizzare i clienti”

Pubblicato il 14 Ott 2013

Patrizia Licata

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Dal 2006 fornisce servizi e soluzioni a operatori di telecomunicazioni di piccole e medie dimensioni che hanno necessità di realizzare infrastrutture Tlc indipendenti dagli operatori più grandi. Così Connecting Project, fondata e guidata da Luca Cecchi, si è costruita un know how che ne ha alimentato la crescita: “L’anno scorso abbiamo fatturato 1,3 milioni di euro, di cui abbiamo investito il 15-18% nella ricerca”, sottolinea Cecchi. “Quest’anno arriveremo a destinare all’R&D quasi il 22% del turnover perché stiamo lavorando anche su un progetto per un operatore di grandi dimensioni”.
Non servite solo i piccoli opertatori dunque.
Ci sono operatori di Tlc attivi su scala nazionale che hanno chiesto il nostro supporto per lo sviluppo di determinati servizi perché abbiamo una solida reputazione. I piccoli e medi operatori restano però la fetta più ampia della nostra base clienti.
Da dove nasce la scelta di servire questa fetta di mercato?
Oggi in Italia ci sono 260 operatori licenziati, di cui una decina di carattere nazionale e i restanti medio-piccoli. Il mercato delle Tlc sta ricalcando un trend di sviluppo tipico di tanta parte dell’industria italiana: si sono costruite molte eccellenze a livello locale, un po’ come nella sartoria o nell’enogastronomia. I piccoli operatori cittadini, provinciali o regionali delle telecomunicazioni hanno capito l’importanza di creare una propria rete di comunicazione per offrire servizi di eccellenza nella telefonia, nella connettività dati e nel cloud nella propria area, con una propria centrale di commutazione, una propria rete wireless e così via.
Perché questa parziale indipendenza è importante?
Si possono decidere autonomamente le tariffe ma soprattutto fidelizzare il cliente. I grandi operatori nazionali spesso non hanno una struttura commerciale in grado di coprire i centri piccoli e si affidano a remoti call center o siti web; il cliente finale allora sposa volentieri la soluzione del piccolo operatore con cui può trattare direttamente, conoscendo persone in carne ed ossa che lo seguono passo dopo passo.
Insomma, i piccoli possono fornire un servizio di qualità?
Esattamente: piccolo nel nostro caso non vuol dire basso valore. I piccoli operatori delle Tlc sono delle eccellenze, come le scarpe dell’artigiano. Il centro di questo mercato non è il concetto di risparmio, ma quello di qualità, ed è ciò che il cliente finale apprezza.
Che cosa offre Connecting Project ai suoi clienti?
Offriamo consulenza regolatoria, commerciale e di progetto su come costruire la rete di Tlc locale: l’operatore si avvicina a noi con la sua idea di rete e servizi e noi disegniamo un progetto. Siamo specializzati su diversi aspetti di questo processo, dalla parte regolatoria alla migrazione Olo-Olo; abbiamo un’approfondita conoscenza delle offerte wholesale dei grandi operatori e così possiamo mettere insieme una panoramica di mercato completa e proporre al cliente un’analisi dei costi reale, indicando in concreto gli investimenti necessari per l’implementazione e i tempi per il recupero della spesa. Nostro obiettivo è rendere gli operatori più forti, farli crescere, metterli in grado di offrire sempre più servizi. Accanto a questa attività di network planning siamo anche rivenditori di apparati di telecomunicazioni e questo ci consente di fornire un servizio chiavi in mano.
Chi sono i concorrenti con cui vi confrontate?
Abbiamo un modello di business così unico – siamo consulenti e system integrator al tempo stesso, facciamo crescere i piccoli operatori, puntiamo sulla competenza tecnologica ma anche regolatoria e di mercato – che non abbiamo concorrenti in senso stretto: non ci sono società che gestiscono il progetto di telecomunicazione con lo stesso nostro approccio al progetto e al servizio. Ci distingue anche il fatto che il 50% del nostro lavoro è fatto di ricerca e sviluppo: dei nostri 15 dipendenti e consulenti 10 sono ingegneri a elevatissimo know-how, con almeno una decina d’anni di esperienza nel settore.
Come vi evolverete nel futuro?
L’interconnessione Sip alla rete Telecom Italia è una novità del mercato che sarà sempre più richiesta: noi ce ne occupiamo da anni e per questo possediamo già un forte know-how; l’obiettivo è mantenere l’eccellenza crescendo, continuando dunque negli investimenti in ricerca e potenziando il fatturato, che in pochi anni è più che raddoppiato. L’ottica resta quella di fornire agli operatori una soluzione completa per accendere la loro rete Tlc e metterla in grado di erogare servizi voce e dati a banda larga.

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