MERCATI

Telecom in Borsa torna ai massimi dell’anno

Il titolo guadagna oltre il 3% e supera la soglia dei 70 centesimi. Traina anche la “promozione” di Goldman Sachs. Intanto Sawiris continua a scommettere al ribasso. Cresce l’attesa per la trimestrale: Credit Suisse stima ricavi da servizi a -17%, ma per Equita Sim ci sarà un miglioramento della top line domestica

Pubblicato il 16 Ott 2013

Federica Meta

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Telecom prosegue la serie positiva: per il titolo, che ha guadagnato oggi il 3,15%, è il sesto rialzo consecutivo. Il gruppo, nel mirino sul mercato dopo il riassetto nell’azionariato, con l’annuncio dell’accordo tra i soci italiani di Telco e Telefonica, rivede così a piazza Affari i massimi dell’anno e torna, per la prima volta da febbraio, sopra la soglia dei 70 centesimi di euro (sul finale segna 0,72 euro per azione). Nella media il volume degli scambi, con circa 237 milioni di pezzi passati di mano. Da fine settembre hanno recuperato il 20% del valore.

Goldman Sachs ha inserito Telecom Italia nella propria Conviction List. La banca d’affari crede che “la serie di opzioni” a disposizione “sia orientata verso il rialzo e che Telecom sia l’operatore europeo che più probabilmente beneficerà del potenziale consolidamento nei suoi mercati”.

GS continua a ritenere che “un tentativo di cedere Tim Brasil sia la soluzione più probabile dati i recenti cambiamenti in Telco. Sulla base delle nostre stime, una vendita potrebbe dare la capacità di investire a sufficienza per migliorare sostanzialmente la posizione strutturale del business domestico”. Il target price su TI sale da 0,76 a 0,93 euro sulle azioni ordinarie e da 0,65 a 0,74 euro sulle risparmio (+0,74% a 0,546 euro), con rating buy.

L’alto appeal speculativo non ha però convinto Naguib Sawiris, che per due volte (nel 2012 e poi ancora a settembre di quest’anno) aveva cercato di entrare in Telecom e che ora scommette al ribasso sul titolo, ampliando ancora la sua posizione netta corta all’1,4% (dall’1,2%).

”La mia scommessa – ha dichiarato Sawiris in un’intervista ieri ad Ahram online – è che Telecom Italia non sarà in grado di risolvere i suoi problemi di merito di credito”. ”Non vediamo alcun valore in quello che farà ora” ha detto il magnate al quotidiano arabo riferendosi al gruppo dopo il riassetto azionario a monte, nella holding Telco, con Telefonica prossima a prenderne il controllo. ”Il titolo andrà giù” ha aggiunto, basando le sue considerazioni sulla difficoltà che potrebbe avere Telecom se volesse vendere le attività brasiliane a un buon prezzo. Sullo sfondo c’è sempre la Commissione che non ha mai smesso di vigilare sugli scambi, sia sul mercato che fuori mercato.

Intanto Gabelli Asset Management Company (Gamco), gestore azionario Usa quotato al Nyse dal 1999, ha messo gli occhi sul mercato italiano, tenendo nel mirino anche Telecom Italia. “Stiamo guardando all’ondata di consolidamento delle tlc in Europa, ci sono multipli bassi e stiamo tenendo d’occhio quello che accade a Tim Brasil“, ha rivelato a Reuters Mario J. Gabelli. Al 30 maggio 2013 Gamco gestiva 40,1 miliardi di dollari per conto di fondi pensione, fondazioni, università e privati.

Contestualmente cresce l’attesa per il Cda di Telecom del 7 novembre, chiamato ad esaminare i conti del terzo trimestre e ad aprire il tavolo anche alla discussione sulle strategie dopo l’uscita di Franco Bernabè. ”Non è chiaro – commenta Credit Suisse – quanto la guerra dei prezzi impatterà sui risultati: prevediamo un calo del 17% nei ricavi da servizi per il mobile come nel secondo trimestre”. Le sempre più economiche offerte nel mobile poi impattano anche sul fisso e gli analisti prevedono un calo dell’8% nel terzo trimestre.

Equita Sim si aspetta “un lieve miglioramento del trend della top line domestica a circa -9% dal -11% del 2° trimestre con il mobile services in calo del 15% rispetto al -18% del 2° trimestre e una riduzione del business wireline del 7% dal -8% del 2° trimestre”. Gli analisti pensano poi che “l’Ebitda domestico dovrebbe calare del 10% da circa il -12% del 2° trimestre.

Nonostante resti alto l’interesse dei mercati su Telecom, anche in vista di una possibile cessione degli asset sudamericani, dal Brasile arrivano i chiarimenti di Tim Brasil.

Rodrigo Abreu, Ad della compagnia brasiliana in un’intervista pubblicata sull’Estado de S. Paulo, ha negato le indiscrezioni secondo le quali Telecom Italia ha intenzione di vendere la propria quota del 67%. La vendita della controllata brasiliana è una delle opzioni che Telecom Italia sta valutando, secondo quanto riferito a Reuters da una fonte la scorsa settimana. Abreu ha dunque ribadito quanto già spiegato da Telecom Italia, ovvero che non c’è nessun processo di vendita in corso.

“L’azionista di controllo ha chiarito che non c’è un processo di vendita di Tim Brasil in corso, formalmente o informalmente”, ha detto Abreu, spiegando che “prima che la situazione di Tim possa cambiare, Telefonica deve ottenere il via libera all’acquisizione di ulteriori azioni con diritti di voto in Telco”, la holding che controlla Telecom Italia”.

“Per ora, non cambia nulla. Un ulteriore aumento necessiterà del via libera delle autorità italiane, brasiliane e argentine”, ha sottolineato. In Brasile Tim ha infatti come diretta rivale Telefonica.

In merito alla possibile vendita degli asset brasiliani per contrastare l’elevato livello di indebitamento, Abreu sottolinea che il gruppo tlc, “nonostante il debito, non ha problemi di liquidità, ha una generazione di flusso di cassa invidiabile e opzioni per migliorare la sua performance operativa. E ci sono diverse discussioni sul riequilibrio della struttura del capitale e la riduzione del debito di Telecom Italia, compresi gli aumenti di capitale”.

“L’interesse di Telecom per Tim Brasil è alto. La società è un asset importante nella strategia del gruppo, per la capacità di generare reddito”, ha dichiarato il numero uno di Tim Brasil, specificando che la posizione ufficiale di Telecom e’ che Tim e’ “assolutamente fondamentale” per il gruppo. “Ma questo”, si chiede il manager, “significa che la società non potrà mai essere venduta a nessun costo? Ovviamente, se qualcuno vuole pagare il doppio di quanto vale la tua auto, probabilmente vale la pena pensarci. E’ difficile commentare i rumor ma non è così difficile capire l’origine di questo tipo di notizie. Alcuni analisti bancari saltuariamente rilasciano relazioni sull’impatto della vendita di Tim, con diverse simulazioni: trasformare questo in una posizione formale della società è totalmente diverso”.

Intanto sul ruolo svolto dalle banche nelle grandi aziende è intervenuto oggi il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo Giovanni Bazoli. “Piu’ volte – ha detto Bazoli – si è attribuita anche a me, per le responsabilità che ho avuto in Intesa SanPaolo, l’idea della banca di sistema. E’ un grosso equivoco, almeno per quanto riguarda il mio pensiero. La banca di sistema fa pensare ad una banca che dipende dalla politica, mentre io mi riconosco perfettamente nella necessità di assicurare l’indipendenza dalla politica”.

Le operazioni cosiddette di sistema, come ad esempio Alitalia o Telecom, ha aggiunto Bazoli precisando di parlare in generale, “rientrano nelle attivita’ che corrispondono al perimetro della banca. Alcune hanno portato delle perdite, altre no: hanno portato sia al risultato che si voleva ottenere dal punto di vista aziendale, sia a quello di favorire il salvataggio o la crescita di un’azienda, come nel caso di Prada”. Insomma, secondo Bazoli “non si può giudicare a posteriori. Le intenzioni erano uguali, sia quando hanno portato a risultati positivi, sia quando hanno portato a risultati negativi”.

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