Asati: “Ora ascoltare i piccoli azionisti”

L’associazione appoggia la richiesta di Findim di convocare l’assemblea di Telecom Italia: “Impedire a Telefonica di fare solo i suoi interessi”. E si chiede: “Che ruolo gioca Goldman Sachs?”

Pubblicato il 17 Ott 2013

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Asati appoggia la richiesta di Findim di convocare una assemblea ordinaria per discutere e decidere sull’operato dei Consiglieri di TI della lista Telco e l’eventuale nomina di nuovi amministratori. “Riteniamo che questa decisione – spiega una nota dei piccoli azionisti – faccia riferimento ai nuovi patti tra i soci Telco che hanno permesso a Telefonica come possibile futuro primo azionista di avere tutte le opzioni possibili per fare solo i suoi interessi all’estero e non perseguire lo sviluppo di tutto il Gruppo”.

Asati ricorda che le minorities, che rappresentano l’85% tra azioni ordinarie e di risparmio, e i 500mila azionisti “rappresentano di gran lunga la maggioranza della Società rispetto a Telco, possono ora trovare ascolto e giustizia in assemblea”.

Asati, che in questi giorni sta inviando una comunicazione ai primi 5mila azionisti privati con il progetto “PORTIAMO 50.000 DELEGHE IN ASSEMBLEA” ha raggiunto lo 0.75 % delle azioni ordinarie, si adopererà a convocazione ottenuta e nei termini di legge a rappresentare un punto di riferimento per la raccolta di tutte le deleghe.

Inoltre per i piccoli azionisti è una “strana coincidenza” il fatto che Goldman Sachs, che nel ruolo di advisor (insieme anche a Societè General) sta aiutando Telefonica a trovare un acquirente per cedere il 69% dell’operatore Telefonica Repubblica Ceca, “faccia un comunicato – evidenzia la nota – da cui risulterebbe che Telecom Italia, vendendo la quota del 67% di Tim Brasil a 9 mld di euro (pari a 8 volte l’ebitda ) abbia risolto tutti i suoi problemi”.

“A tale proposito se nell’ultimo mese in borsa è stato scambiato circa il 56% del capitale, con valori medi intorno a 0.60 euro e il titolo, sempre sottostimato – sottolinea Asati – ha avuto un aumento sensibile negli ultimi giorni, ciò è legato a operazioni di mercato ad oggi non molto chiare e senza alcuna spiegazione plausibile, tanto è vero che diligentemente la stessa Consob ha aumentato la vigilanza sul tema”.

Insomma nè “le dimissioni di Bernabè nè il nuovo piano industriale ancora non noto, in presentazione il 7 novembre, hanno avuto alcuna influenza”.

Asati apprezza infine la recente attenzione di tutti quei deputati e senatori che, “anche dietro continue sollecitazioni della nostra associazione, si sono adoperati con efficacia nei due rami del parlamento a chiedere con mozioni, interrogazioni, proposte di decreti relativi sia alla posizione di TE in Italia sia all’attuazione di nuove regole riguardo le attività degli azionisti di controllo nelle società quotate”

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