TELECOM-TELEFONICA

Niente Opa anti-Telefonica

Catricalà “raffredda” la mozione Mucchetti: “Necessaria una riforma normativa, ma non in corsa”. Attuandola ora “non faremmo una gran figura con i mercati”

Pubblicato il 30 Ott 2013

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“E’ certamente necessaria una riforma della normativa sull’Opa ma probabilmente non è questo il momento visto che è in corso la partita Telecom-Telefonica“. E’ quanto ha affermato il vice ministro per lo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, conversando con i giornalisti in occasione della giornata del risparmio. Nel ricordare che la nuova normativa sull’Opa è oggetto di discussione, Catricalà ha fatto presente che è da vedere “se il Consiglio dei ministri dovrà occuparsene”.

“Certamente – ha sottolineato Catricalà – la riforma dell’Opa è necessaria per evitare che delle scatole societarie diventino il modo per acquisire maggioranze che non hanno alcuna base nei numeri ma solo per i rapporti di potere”.

“In un momento nel quale si gioca la partita Telecom-Telefonica rimangono le mie preoccupazioni: “Non credo che faremmo una bella figura sui mercati se venisse stravolto un meccanismo che fino ad ora ha regolato il sistema”.

Ieri, dopo l’incontro tra il presidente del Consiglio Enrico Letta e il presidente di Telefonica Cesar Alierta, da Palazzo Chigi era trapelata la notizia che il governo non ha intenzione di mettere mano a breve a una modifica delle norme che regolano l’obbligo di lanciare un’Offerta pubblica di acquisto. “A breve un intervento sull’Opa non è previsto”, ha detto una fonte a Reuters.

E anche ieri mattina, Stefano Fassina, viceministro all’Economia aveva fatto sapere che “il provvedimento che cambierà le norme italiane sull’Opa non sarà all’esame del Consiglio dei ministri di oggi”.

Giovedì scorso, invece, il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta aveva annunciato l’arrivo in tempi rapidi di una norma per l’introduzione di una seconda soglia dell’Opa obbligatoria, oltre a quella attuale del 30% determinata dal controllo di fatto. Ma, a,che quell’occasione, Antonio Catricalà, aveva frenato. “Sono favorevole ad una riforma del settore come avevo detto da presidente dell’Antitrust – aveva spiegato- ma “il momento in cui viene fatta non mi convince e non posso cambiare idea su questo perché abbiamo l’immagine di un paese aperto al mercato da difendere”.

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