VERSO IL CDA

Telecom, ecco il piano di Patuano

Cessione di Telecom Argentina, delle torri e degli immobili. E contestualmente aumento di capitale per circa 1,5 miliardi e stop ai dividendi. Queste, secondo rumors, le proposte che l’Ad sottoporrà al cda del 7 novembre. Intanto Fossati convoca gli analisti a Londra

Pubblicato il 05 Nov 2013

marco-patuano-telecom-120216111103

Vendita delle torri, immobili e cessione di Telecom Argentina. Sono questi – stando quanto riportato oggi da La Repubblica – i punti salienti del piano industriale di Telecom Italia sul tavolo del Consiglio di amministrazione che si terrà il prossimo giovedì. Nel dettaglio le anticipazioni, parlano di una societarizzazione delle varie aree di attività, la vendita delle torri di trasmissione, la cessione di immobili per circa un miliardo, la cessione di Telecom Argentina a un compratore che ha già manifestato interesse (un fondo già presente nel capitale con una quota di minoranza) e l’azzeramento dei dividendi. L’amministratore delegato Marco Patuano dovrebbe poi proporre un aumento di capitale limitato a 1,3 a 1,5 miliardi di euro che permetterebbe di avere più respiro anche sul fronte degli investimenti. L’aumento sarebbe stato oggetto di discussione nell’incontro avvenuto la settimana scorsa tra Cesar Alierta e il premier Enrico Letta.

Nella sua valutazione di Telecom Italia Equita Sim inserisce la quota di Telecom Argentina “con una valutazione di circa 0,9 miliardi”. La vendita di immobili e delle torri mobile per Equita hanno “insieme un controvalore tra 1 e 2 miliardi mentre le torri inoltre “andrebbero riaffittate, con impatto negativo sull’Ebitda. Eventualmente verrebbe considerato un aumento di capitale relativamente contenuto”.

Goldman Sachs considera quattro scenari diversi e crede che il più probabile si la vendita di Tim Brasil (50% di probabilità) preceduta da un aumento di capitale di ammontare compreso tra 1,5 e 2 miliardi euro che potrebbe essere annunciato gia’ dal Cda del 7 novembre. Questa opzione sarebbe la migliore e risolverebbe i problemi di bilancio per Telecom. Secondo caso possibile per gli analisti potrebbe essere quello di effettuare solo un aumento di 2 miliardi euro per evitare il downgrade del merito creditizio che non sarebbe però necessario anche ad investire. Il terzo scenario vede invece una ricapitalizzazione da 4 mld euro sufficiente sia per il rating che per gli investimenti: in questo caso ci potrebbe essere un consolidamento del mercato della telefonia mobile per il 2017.

Ultimo caso sarebbe quello di una fusione completa con Telefonica. Secondo gli analisti “Telecom ha bisogno di aumentare gli investimenti nel business nazionale il piu’ presto possibile”. La casa d’affari si aspetta comunque che ad una eventuale ricapitalizzazione sia affiancato “un dividendo tagliato ai livelli minimi, ovvero pari a zero per le azioni ordinarie” e la cessione delle torri per circa 1 mld euro. Secondo la casa d’affari però “questo potrebbe non essere abbastanza per pagare il debito e stabilizzare il business domestico, a nostro avviso, anche se prenderebbe del tempo per la cessione degli asset brasiliani” che destano un forte interesse nei confronti degli altri operatori del luogo considerando le sinergie potenziali.

“Se dalla presentazione del piano industriale di Telecom dovessero uscire decisioni ‘market friendly’, il titolo potrebbe toccare anche quota 1 euro – commenta invece l’analista finanziario Alessandro Frigerio ai microfoni di Class Cnbc – Il corso di Telecom dipende dall’eventuale aumento di capitale: una ricapitalizzazione di 500 milioni – 1 miliardo di euro sarebbe accolta bene dal mercato ma se dovesse essere di entità superiore, 2 miliardi – 2,5 miliardi di euro, determinerebbe di certo il crollo del titolo

Per Mediobanca Securities “con l’avvicinarsi del Cda la speculazione sia sulla stampa nazionale che su quella estera sta aumentando visibilmente: in attesa di ulteriori dettagli, evidenziamo che la cessione delle 12000 torri potrebbe consentire alla società di fare cassa per 1 miliardo euro, e questa mossa -insieme all’uscita da Telecom Argentina che apporterebbe cash per circa 650 mln euro, alla cessione degli immobili e al taglio del dividendo- potrebbe comportare una riduzione del debito di circa 3 miliardi euro. Sul possibile aumento di capitale l’outlook sembra ancora incerto”. Inoltre, gli esperti notano che il mercato delle torri in Italia ha bisogno di essere riorganizzato ed Ei Towers potrebbe agire come consolidatore naturale poiché è l’unico gruppo indipendente quotato e per le competenze che presenta nel settore.

Intanto anche Marco Fossati scalda i motori in vista del Cda. La Findim che possiede circa il 5% di Telecom Italia, ha convocato per domani a Londra gli analisti. Dopo una serie di incontri con grandi investitori tenuti nelle ultime settimane Fossati ora potrebbe anticipare i suoi piani per il rilancio della compagnia telefonica. Findim ha in carico Telecom Italia a 1,9 euro e negli anni ha espresso diverse volte malumori sulla gestione del gruppo, adesso però, con il piano per il passaggio del controllo del gruppo a Telefonica è venuto allo scoperto e ha chiesto l’azzeramento del consiglio di amministrazione.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati