Telecom Italia, Fossati all’attacco di Patuano

L’azionista presenta a Londra il “contropiano” che mira al rilancio dell’azienda. No alla cessione degli asset sudamericani, delle torri e degli immobili. Pieno appoggio da parte di Asati che rievoca lo “spettro” Tronchetti Provera

Pubblicato il 06 Nov 2013

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No alla cessione delle attività sud americane. E nemmeno alla dismissione degli immobili e alla vendita delle torri. Piuttosto, bisogna puntare su un piano di rilancio che consenta di tornare alla crescita. Questo in sintesi il “piano” che Marco Fossati presenterà oggi a Londra agli analisti. Il terzo azionista di Telecom Italia (attraverso la finanziaria Findim, scalzata di recente dal fondo americano Blackrock che ha in pancia oltre il 5%) non concorda con la “linea” Patuano.

L’Ad Marco Patuano svelerà di dettagli del nuovo corso in occasione del Cda di domani. Secondo quanto trapelato, la stagione prossima ventura passa attraverso la cessione delle attività estere ma anche appunto delle torri e degli immobili. Un piano che punta a fare cassa e ad abbattere ulteriormente il debito e a concentrare gli investimenti in Italia. Fra l’altro si starebbe facendo avanti anche l’ipotesi di uno scorporo “light“, con la rete in capo a Open Access a sua volta riorganizzata con una propria contabilità finanziaria (ma senza valore di bilancio). Un piano che non convince tutti gli stakeholder. Fossati fra l’altro punterebbe a un vero e proprio ribaltone: il cda dovrebbe fissare domani la data dell’Assemblea dei soci in cui Fossati intende proporre l’azzeramento del cda stesso. Queste sono dunque le ultime ore per tentare di “condizionare” l’andamento del cda di domani ma anche di fare pressione su governo e Consob affinché “vigilino” sulla situazione.

Il piano di rilancio su cui punta Fossati è appoggiato dall’Asati. L’associazione dei piccoli azionisti presieduta da Franco Lombardi lancia l’allarme sul piano di dismissioni rievocando le precedenti gestioni, in particolare l’era Tronchetti Provera, “che hanno dismesso in maniera scellerata e dannosa attività e asset strategici dell’azienda”. Non si è pronunciato invece al momento il fondo americano. Secondo Findim e Asati la vendita delle attività sud americane sarebbe un grave errore; nonostante i risultati delle due controllate non siano più quelli dei tempi d’oro (complice anche la svalutazione del reais), Tim Brasil e Telecom Argentina rappresentano comunque le teste d’ariete anche in considerazione dei risultati, non troppo buoni, a livello domestico. Telecom Argentina in particolare sta mostrando performance migliori rispetto alla consorella brasiliana, soprattutto in termini di Ebitda. Non sarebbe vantaggiosa nemmeno la cessione delle torri considerato che Telecom Italia sarebbe costretta comunque a servirsene in modalità di affitto a canoni che l’Asati definisce “altamente fuori mercato”, al punto da produrre già oggi “notevoli danni economici”.

“Non ci aspettiamo che Fossati, da esterno, presenti un vero piano finanziario – commentano gli analisti di Equita Sim – quanto semmai alcuni principi industriali e soprattutto di governance. Questo è un tema rilevante nel futuro di Telecom, giacché le sue condizioni finanziarie richiedono che si valutino le scelte migliori per l`azienda e non solo per alcuni azionisti”.

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