Asati a Letta: “Senza una Telecom Italia sana niente Agenda digitale”

I piccoli azionisti chiedono al premier il rispetto degli obblighi del voto favorevole del Senato alla mozione Mucchetti sulla nuova Opa. E rilanciano: “Faccia chiarezza sul suo incontro con Alierta”

Pubblicato il 24 Gen 2014

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Asati avverte Enrico Letta: senza risolvere il problema del conflitto di interessi in Telecom Italia non si può attuare nessuna Agenda digitale. Dopo l’intervento del premier ieri nella trasmissione Otto e Mezzo su La 7 i piccoli azionisti scrivono al premier, evidenziando lo stetto legame tra Telecom Italia e l’attuazione per piano.

“Tra le varie cose che lei ha ancora una volta annunciato di fare, non manca ovviamente l’attuazione dell’Agenda Digitale, ancora una volta affidata all’ennesimo studio che resterà esercizio di stile fino a quando non sarà riconosciuto che un piano di sviluppo concreto potrà prendere il via solo quando la Agcom italiana e chi la deve indirizzare politicamente si renderanno conto che il suo compito non è solo rivedere le tariffe al ribasso ma bensì trovare un giusto equilibrio tra tutela dei consumatori e remuneratività degli investimenti – si legge nella missiva – Tutti temi che la nostra associazione ha illustrato a destra e a sinistra nonché al sottosegretario Patroni Griffi che ci aveva promesso un approfondimento successivo e per il quale siamo ancora in attesa di essere ricevuti”.

Asati si dice “sorpresa” sulle affermazioni realtive a lobby e conflitto di interessi. “Non sappiamo a chi abbia voluto riferirsi – sottolinea la missiva – ma non abbiamo potuto fare a meno di ricordare quando il 30 ottobre scorso, lei, da Presidente del Consiglio di questo Paese, ha incontrato il signor Cesar Alierta che benchè Presidente Esecutivo di Telefonica e quindi di una società estera, non è mai stato palese in che veste sia stato ricevuto né quali siano i temi trattati”.

“Se come lei stesso ha più volte affermato non intende intervenire nella questione Telecom Italia – Telefonica perché trattasi di una questione tra aziende private, allora a che titolo ha ricevuto Alierta? Cosa vi siete detti? Perché ha tenuto il massimo riserbo sui contenuti dell’incontro? – si chiedono i piccoli azionisti – Cosa è stato quell’incontro se non un esempio di attività di lobby a cui lei non solo non si è sottratto, ma ha potenzialmente aderito, dato il continuo e perdurante riserbo sull’incontro. C’entra qualcosa la sua propensione con gli affari esteri che la stessa giornalista ha salutato come una sorta di auspicio?”.

Asati punta il dito contro Letta che in quell’incontro “non ha voluto rappresentare i 500.000 risparmiatori italiani, che la nostra Costituzione le obbliga a tutelare, né tantomeno i 100.000 lavoratori dell’azienda e dell’indotto i cui posti di lavoro dovrebbe tutelare”. Lette, invece, “con il suo incomprensibile riserbo e con il perdurare del non voler dare ottemperanza alla mozione Mucchetti lei continua avallare un conflitto di interessi che sta potenzialmente depauperando la più grande azienda di telecomunicazioni italiana, Telecom Italia, e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro”.

Altro che ridurre la disoccupazione. Altro che attuare l’Agenda digitale, dunque. “Prima di lanciare accuse di lobby e di affrontare il tema del conflitto di interessi (come mai è diventato urgente così all’improvviso?) sterilizzi lei qualsiasi dubbio rispondendo subito alle nostre sollecitazioni- conclude la missiva – Presidente sia leale con gli italiani: chiarisca i contenuti di quell’incontro e inizi a fare cose concrete partendo dal rispettare gli obblighi a cui la mozione Mucchetti votata dalla stragrande maggioranza del Senato la impegnano”.

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