BOTTA E RISPOSTA

Calabrò-Tronchetti, scintille su scorporo rete Telecom

L’ex presidente di TI: “Volevo un accordo con Telefonica e Murdoch per una piattaforma tlc-tv, ma Agcom e piano Rovati si sono messi in mezzo”. La replica dell’ex presidente dell’Authority: “Mai ricevuto il piano Tronchetti. E poi parlai di separazione gestionale, non proprietaria”. Ma il manager ribadisce la sua versione

Pubblicato il 28 Gen 2014

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È polemica tra Marco Tronchetti Provera, ex presidente di Telecom Italia, e Corrado Calabrò, ex presidente dell’Agcom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Durante l’intervista rilasciata ieri sera a Presa Diretta il top manager – che dal 2001 al 2007 è stato al timone di Telecom – ha sostenuto che nel 2006 TI avrebbe potuto creare una piattaforma sulla quale far passare non solo voce e dati ma anche tv, insieme a Telefonica e alla Newscorp di Rupert Murdoch, che vi avrebbe messo i contenuti facendoli migrare dal satellite alla fibra ottica. Ma a suo dire, quando ha provato a realizzare il progetto, l’Agcom e la politica si sarebbero messi di mezzo bloccando l’iniziativa. Questo perché l’Authority prima, facendo balenare l’idea di uno scorporo della rete, e il piano Rovati poi, avrebbero portato alla rottura inevitabile della trattativa con Murdoch. Oggi è arrivata una nota di Calabrò, nella quale si specifica che un progetto del genere “non è stato mai esposto all’Autorità” e che, di questa iniziativa, non gli ha “mai parlato alcun membro del governo o alcun esponente politico della sinistra, della destra o del centro”. Non solo: Calabrò afferma che, rispondendo a Tronchetti, il quale “si lamentava che le tariffe di accesso alla rete Telecom da parte degli operatori telefonici concorrenti fossero svantaggiose per la stessa Telecom”, rispose che “l’unico modo per attenuare la posizione asimmetrica cui era sottoposta Telecom in quanto monopolista era di separare la gestione della rete, la gestione, non la proprietà, dai servizi commerciali di Telecom”.

Ma ecco la ricostruzione più dettagliata del botta e risposta intercorso tra i due tra ieri sera ed oggi. Intervistato da Riccardo Iacona di Rai3, il dirigente d’azienda, attualmente presidente e ceo del gruppo Pirelli ha affermato che il percorso con Telefonica era stato studiato a partire dal 2001 e il progetto era stato battezzato “Don Chisciotte”, “nome che si rivelò profetico”, ironizza il manager.

“Stavo puntando tutto sulla convergenza – ha aggiunto – quando il presidente dell’Authority dichiara alla stampa di voler iniziare un percorso di separazione della Rete”. E poi, aggiunge, qualche mese dopo da Palazzo Chigi arriva il documento con il piano Rovati sulla separazione della Rete.

“Avevo appuntamento a Zante, con gli amministratori delegati di Telecom e con Murdoch, che però quella sera disse che il progetto non era attuabile” conclude Tronchetti. E ricorda le dichiarazioni del magnate australiano durante un faccia a faccia con gli analisti che a Wall Street, quando disse “c’è troppa politica in Italia”.

Oggi Calabrò nega che il progetto di creazione di una piattaforma tlc-tv tra Telecom Italia, Telefonica e la Newscorp di Rupert Murdoch sia mai stato esposto all’Autorità e aggiunge che nessun politico gli ha parlato del progetto.

In una nota, l’ex presidente Agcom specifica che l’idea di separazione della gestione dei servizi telefonici dalla rete avanzata nel 2006 non aveva “nessun collegamento” con questo progetto.

Secondo Calabrò, quindi, “non risponde a verità” quanto detto ieri dall’ex numero uno di Telecom. “Tronchetti – ricostruisce – si lamentava che le tariffe di accesso alla rete Telecom da parte degli operatori telefonici concorrenti fossero svantaggiose per la stessa Telecom. La mia risposta fu quella di sempre e cioè che l’unico modo per attenuare la posizione asimmetrica cui era sottoposta Telecom in quanto monopolista era di separare la gestione della rete, la gestione, non la proprietà, dai servizi commerciali di Telecom. Questo – continua – è stato quanto io ho anche detto alla stampa e nell’audizione al Parlamento del 18 ottobre 2006: si tratta, esattamente, dell’operazione Open Access che, in imitazione dell’Openreach inglese, abbiamo poi realizzato, in accordo con Telecom e dopo consultazione pubblica degli altri operatori, con il successore di Tronchetti, Franco Bernabè”.

Dopo la diffusione della nota da parte di Calabrò, è arrivata nel pomeriggio la contro-replica di Tronchetti Provera. “Confermo integralmente – ha affermato – tutto quanto detto ieri sera nel corso dell’intervista a Presa Diretta”. Quindi il presidente di Pirelli ha rievocato l’intervista rilasciata il 9 giugno 2006 al Sole 24 Ore dal numero 1 di Agcom, dal titolo: “Calabrò’: pronti a ‘blindare’ la rete di Telecom Italia”. Tronchetti sottolinea che l’intervista “aveva generato dubbi circa le reali intenzioni dell’allora Agcom, tanto che la stessa Authority smentì l’indiscrezione, dietro mia richiesta, precisando in una nota: ‘Non è allo studio nessuna ipotesi di separazione societaria di Telecom‘. Quali che fossero le reali intenzioni dell’Authority – rimarca l’imprenditore – è un fatto che il giorno successivo l’autore dell’intervista scrisse: ‘Ma Il Sole 24 Ore conferma integralmente i contenuti dell’intervista a Corrado Calabrò pubblicata ieri”.

Quindi, prosegue Tronchetti, “senza entrare nella dialettica tra Calabrò e Il Sole 24 Ore, è oggettivo che l’ipotesi di ‘blindatura’ della rete, oltre a creare una grave turbolenza sui mercati, diede il via a una ridda di voci che proseguirono nei mesi successivi, trovando conferma, come risulta dalle cronache dell’epoca, prima nel piano Rovati e poi in molte prese di posizione da parte della politica. Ricordo inoltre di aver anche precisato, nel corso dell’intervista di ieri, che a Calabrò ‘non avevo detto quali negoziati avevo'”.

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