LE NOMINE

Telecom Italia, Telco chiude a Fossati sulla governance

La holding pronta ad aprire alla richiesta relativa ai consiglieri indipendenti, ma non al presidente come espressione delle minoranze. Il proxy adviser inglese Pirc contro la nomina di Minucci

Pubblicato il 12 Feb 2014

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Indipendenti sì, ma presidente no. Probabilmente sarà questa a risposta di Telco alle richieste avanzate dalla Findim di Marco Fossati al cda di Telecom Italia.

La lettera inviata al board il 10 febbraio, scrive MF, pur “prendendo atto” che “data la struttura dell’azionariato e la contrapposizione tra gli interessi del socio di maggioranza relativa (cioè Telco, ndr) e quelli del mercato appare difficile che si crei un consenso tale da ricomprendere i due terzi del capitale” tuttavia di fatto chiede ugualmente che il presidente sia un soggetto indipendente, “meglio se selezionato tra i membri eletti nella lista di minoranza”. Fossati, che ha scritto al cda Telecom ma che in fondo si rivolgeva a Telco, ha chiesto anche l’aumento del numero di indipendenti in consiglio, il rafforzamento dei requisiti di indipendenza, l’introduzione di criteri di professionalità oltre all’introduzione di sistemi organizzativi per “assicurare che le delibere di rilevanza strategica siano adottate a seguito di adeguata istruttoria e parere favorevole degli indipendenti”.

Intanto Pirc (Pensions investment research consultants), società di proxy adviser inglese, si schiera contro la decisione del cda di Telecom Italia di nominare Aldo Minucci presidente del board fino all’assemblea di aprile. “Vista l’importanza del ruolo del presidente e dei suoi legami con un operatore rivale la sua nomina è sorprendente”, scrive il gruppo in un report, anche “se Minucci e la società ‘sembrano’ essere sensibili al potenziale conflitto di interessi”. Tanto è che, sottolinea la società di consulenza, in un incontro il neo presidente di Telecom ha dichiarato di voler garantire i diritti degli azionisti con un occhio alla governance e di dare spazio ai soggetti indipendenti. Minucci non può essere considerato un “candidato indipendente per il ruolo di presidente di Telecom Italia” poiché ha lavorato molto tempo nel gruppo Assicurazioni Generali, azionista di Telco, la holding che detiene il 22,4% del gruppo tlc.

“Visto che la maggioranza del cda di Telecom Italia, tra cui Minucci, ha collegamenti con Telco, ciò suggerisce che sia necessario un grande lavoro di ricostruzione per soddisfare gli azionisti di minoranza”, sottolinea Pirc. La società, che fornisce servizi di consulenza a investitori istituzionali per asset complessivi pari a 1500 miliardi di sterline, auspica che “candidature alternative libere da conflitti commerciali e intrecci esistenti vengano annunciate ben prima dell’assemblea di aprile. Gli azionisti di minoranza vorranno senza dubbio una migliore rappresentazione attorno al tavolo dove si svolge questo racconto epico”. La società ricorda che la governance per Telecom è un problema, con il socio Telefonica salito dal 46% al 66% di Telco: “con il sistema italiano del voto lista, Telco domina il consiglio di Telecom Italia. La percentuale significativa posseduta in Telco dà al socio spagnolo un’indiretta ma crescente influenza nella direzione aziendale di Telecom Italia”. Riferendosi alla situazione del mercato brasiliano, dove Telefonica starebbe cercando di aumentare la sua presenza nella telefonia mobile attraverso Tim Brasil, controllata di Telecom, concorrente di Vivo (Telefonica), Pirc commenta: “Le connessioni possono rendere abbastanza ingarbugliato il mondo telco”. In merito all’assemblea del 20 dicembre scorso, Pirc dice di non aver votato a favore della proposta di Findim di revocare il board, poiché “Findim non è riuscita a creare una lista alternativa per sostituire il consiglio che ha chiesto di revocare”.

Berenberg ha confermato su Telecom Italia il rating hold e il target price a 0,66 euro. Gli esperti si focalizzano sui conti del 4° trimestre 2013 che saranno pubblicati agli inizi di marzo, mentre quelli di Tim Brasil saranno resi noti tra il 13 e il 14 febbraio. “Ci aspettiamo ricavi di gruppo pari a 5,892 miliardi euro (esclusa l’Argentina), in calo dell’8,8% a/a nel 4° trimestre, con un modesto miglioramento rispetto al -9,9% dei tre mesi precedenti”, affermano gli esperti.

“Il momentum degli utili domestici dovrebbe vedere un modesto miglioramento, con un fatturato che vediamo in calo dell’8,2% a/a a 4,106 miliardi “, spiegano gli esperti, aggiungendo che “nel mobile ci aspettiamo un lieve progresso nei ricavi da servizi, con un calo del 13,7% a/a rispetto al -14,8% del 3° trimestre”. Per la casa d’affari, l’Ebitda di gruppo dovrebbe migliorare, passando da un declino dell’11,5% a/a del 3° trimestre ad un calo del 6,3% nel 4° trimestre (esclusa l’Argentina). “L’Ebitda margin di gruppo dovrebbe portarsi al 41,7% nel trimestre, con un Ebitda pari a 2,642 miliardi euro”, spiegano gli esperti, aggiungendo che “l’indebitamento netto della società dovrebbe attestarsi a 26,937 mld euro e migliorare di 1,294 mld euro rispetto allo scorso anno” e questo potrebbe portare il rapporto debito netto/Ebitda a 2,33 volte.

Gli analisti evidenziano poi che “l’equity upside” di Telecom per la gran parte degli investitori” è legato soprattutto alla vendita di Tim Brasil ad un buon prezzo. Comunque, “la nostra valutazione di Telecom resta sui fondamentali, che a nostro avviso restano sfidanti”, concludono dalla casa d’affari.

Equita Sim conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 0,98 euro su Telecom. Coerentemente con le indicazioni fornite dal Cda lo scorso 6 febbraio, ci aspettiamo che Telecom” nel 2013 “abbia rispettato la guidance di debito sotto i 27 miliardi – la nostra stima è a 26,97 miliardi – e che l’Ebitda domestico sia stato in linea con la guidance di un calo ad elevata singola cifra percentuale, rispetto alla nostra precedente attesa di un -10,4%. Stimiamo quindi che nel quarto trimestre 2013, nonostante una discesa del fatturato domestico di circa il -9%, molto vicina al trend del terzo trimestre, il calo dell’Ebitda sia stato invece più contenuto, con sensibile miglioramento rispetto al trend del terzo trimestre di un -11%”, affermano gli analisti in una nota in cui ricordano che il Cda sui conti 2013 si terrà il prossimo 6 marzo.

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