LA TRUFFA

Pirateria, operazione “Virgin”: maxi sequestro della Gdf

Sgominata una truffa da più di 250 milioni. Le Fiamme gialle e la Siae mettono le mani su materiale informatico, cd e dvd. A coordinare le indagini la Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Sequestrato anche uno yacht da 15 metri

Pubblicato il 10 Apr 2014

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Le indagini erano partite dalla Guardia di Finanza di Fiumicino su clan camorristici che avevano il controllo della pirateria audiovisiva nell’area di Napoli, e si erano sviluppata con intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che controlli presso le aziende, per ricostruire i canali di approvvigionamento dell’organizzazione criminale. Così le fiamme gialle hanno sequestrato oltre 23 milioni di cd/dvd “vergini” e oltre 500.000 euro in contanti utilizzati per pagamento, in nero, del materiale sequestrato.

“Dobbiamo fare un plauso all’eccellente esito dell’azione delle Fiamme Gialle che si è giovata della collaborazione del Servizio Antipirateria e dell’Ufficio Copia Privata della Siae – afferma Sabina Riccardelli, vicedirettore generale Siae – Il successo è frutto di un’attività d’intelligence attenta e raffinata, che ha individuato ingenti quantitativi di supporti audiovisivi vergini ed altro materiale informatico, prevalentemente a marchio Verbatim, destinati ad alimentare il mercato italiano in totale evasione delle imposte e dei compensi dovuti per copia privata”.

“La merce, in apparenza esportata al di fuori del territorio nazionale – spiegano da Siae – tramite vendite estero su estero, veniva di fatto distribuita in Italia, scortata da documenti di trasporto contraffatti, inoltre, grazie all’omesso pagamento delle imposte e dei compensi dovuti alla Siae, sia le aziende campane in odore di camorra che quelle operanti nella grande distribuzione, riuscivano ad ottenere la merce a prezzi talmente bassi da sbaragliare letteralmente la concorrenza del settore”.

Il giro d’affari generato dal materiale sequestrato avrebbe fruttato all’organizzazione criminale, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, più di 250 milioni di euro, di cui più di 155 milioni “per la mancata corresponsione del compenso per copia privata” e 96 milioni di Iva ed Ires evasi.

“La Dda – continua il comunicato – ha emesso un decreto di sequestro preventivo d’urgenza per equivalente sui beni nella disponibilità degli indagati, anche per interposta persona, fino a concorrenza per la somma di 252 milioni e 340mila euro, e in particolare: 164 conti correnti, 46 obbligazioni finanziarie, 34 titoli al portatore, 8 cassette di sicurezza, 38 fondi di investimento, 56 auto e moto di lusso, uno yacht di 15 metri e 71 prestigiose proprietà immobiliari e terriere”.

“L’importante risultato di oggi, nel campo dei supporti fisici, non deve far diminuire l’allerta sul fenomeno della pirateria digitale, molto radicato nel nostro paese, che colpisce l’industria dei contenuti, l’erario e anche l’immagine dello Stato Italiano – conclude Riccardelli – In questo senso, fortunatamente, possiamo disporre anche del prezioso Regolamento Agcom sul diritto d’autore online, uno strumento che consente una più incisiva tutela della filiera creativa tutta”.

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