TV&TLC

La nuova Tv? Non c’è futuro senza le telco

Gli operatori tornano a concentrarsi sul business della connettività, il vero “motore” della nuova Tv. Lte e wi-fi le tecnologie che spingeranno ulteriormente lo streaming video in chiave multiscreen

Pubblicato il 22 Lug 2014

Giovanni Iozzia

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Senza di loro non ci sarebbe il fenomeno della streaming tv, perché ci sarebbe poco da “streamare”. Ed è forse per questo che le tlc stanno tornando a concentrarsi sul loro business, dare la migliore connessione possibile, dimenticando le passate tentazioni di fare anche gli editori. Insomma i contenuti video si distribuiscono, la tv non si fa. Via La7 e Mtv, largo a Tim Vision, guardando a quello che accade in Telecom Italia, dove però la volontà di fare “intrattenimento” permane (come è evidente anche dalla nuova denominazione – Multimedia Entertainment, ex Innovative Vas – dell’area guidata da Daniela Biscarini che all’interno della Divisione Consumer segue la tv digitale) ma si manifesta con modelli e attività diversi. Le cose sono cambiate rapidamente. “Solo due anni fa nel nostro ambiente si sentiva dire: la gente non guarderà mai video su tablet o smartphone”, dice Vincenzo Scarlato, responsabile Consumer Services & Innovation di Vodafone. E invece ormai si va su Internet più in mobilità che da fisso (lo dicono gli ultimi dati Audiweb). “Mobilità, però, non significa necessariamente fuori casa”, aggiunge Scarlato. “Perché la differenza fisso/mobile sta sfumando”, osserva Danilo Vivarelli, direttore della Divisione Consumer e Microbusiness di Fastweb. “Il wifi è la tecnologia più frequente”.

In questo scenario la partita si gioca sulla disponibilità di banda e il video diventa il migliore ambasciatore della tecnologia: convince sull’utilità del 4G, per esempio, o di una connessione veloce a casa. “Il cliente non compra un piano di investimento ma un servizio”, spiega Scarlato, ricordando che Vodafone con il Piano Spring punta a portare il 4G al 90% della popolazione italiana, mentre Telecom rivendica la maggiore copertura esistente. E la competizione si sposterà presto sull’Lte Advanced. Ma c’è domanda? “Abbiamo venduto oltre un milione di device 4G”, dice Scarlato. “Per noi il potenziale sono tutti i nostri 10 milioni di clienti tra smartphone e tablet”. Per far venire voglia di banda, servono contenuti. “Siamo entrati nel mondo del video nel modo che riteniamo migliore: la partnership con chi queste cose le fa di mestiere – dice Scarlato – Così abbiamo fatto con Infinity di Mediaset per i contenuti video o con Spotify per lo streaming della musica. Non è un debutto assoluto: con il prossimo campionato saranno tre anni che abbiamo i diritti del calcio per 3G e 4G. Ma il mercato vero è cominciato solo nell’ultimo anno”.

Numeri? “Presto per averne. Il nostro obiettivo è che il cliente 4G compri anche i contenuti video dei nostri partner”. La partnership è il modello diffuso, senza esclusive (costano e raramente funzionano). Le proposte di tv digitale sono aperte a tutti (anche se poi commercialmente si tende a dare più vantaggi ai propri clienti). Con TimVision, il servizio che ha preso il posto di Cubo, Telecom propone contenuti Rai ma anche Sky. “È una partnership importante, adesso per alcuni contenuti ma dall’anno prossimo avrà un respiro più ampio: tutto il bouquet Sky sarà disponibile per i clienti Telecom Italia con connessione superiore a 7 mega, quindi in fibra”, anticipa Biscarini. “Noi non proponiamo più Internet, una tecnologia, ma un contenuto, la tv”. Quindi Sky senza parabola, via web. Ma TimVision funziona anche in mobilità e, per i clienti Tim, il traffico dati è compreso nel prezzo per vincere le ultime resistenze a consumare video fuori casa. Sul fronte Lte si sta sperimentando LiveOn4G, proposta di dirette in occasione di alcuni eventi (Salone del Mobile, Festival del Giornalismo, Moda). L’importante è seguire il cliente.

Permettergli di passare, quasi senza rendersene conto, dallo smartphone alla tv, dalla tv al tablet. Insomma, fare un po’ come gli Ott. “Il nostro ruolo è essere abilitatori di servizi digitali”, dice Vivarelli di Fastweb, che è stato un pioniere della web tv, visto che a inizio 2000 era responsabile di eBisMedia, la società che cercò di fare la tv quando ancora la velocità si misurava in kb. Quell’esperienza è storia. Adesso si fanno partnership. Con Sky ce n’è una dal 2011: una combinazione di parabola e banda larga con una proposta (HomePack, quindi in casa) che prevede un solo call center e condizioni economiche particolarmente vantaggiose. I clienti? Circa 300mila. SkyOnLine, il nuovo servizio streaming dell’emittente, è invece una promozione offerta per sei mesi a chi compra Joy, la connettività entry level. “Queste partnership funzionano solo se ci sono risultati. Noi daremo continuità a questa strategia”, conclude Vivarelli. “Ma non dimentichiamo che quello che sta trainando la tv digitale è l’esperienza multiscreen: guardare tv con smartphone e tablet accanto”. La palla torna nell’area dei produttori di contenuti video.

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