TRAFFICO DATI

Tariffe unlimited, la guerra degli operatori Usa

La Fcc bacchetta Verizon: nel mirino il rallentamento della velocità dei clienti con vecchi pacchetti senza limiti. L’obiettivo spingere verso tariffe a consumo. Ma l’azienda si difende: “Avevamo avvisato tutti, anche la stessa Fcc”

Pubblicato il 05 Ago 2014

Massimo Canorro

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“La nostra politica è quella di gestire le risorse di rete nel miglior modo possibile, per offrire un servizio ottimale i clienti”. Così Verizon in risposta alle osservazioni che le sono state mosse dalla Federal Communications Commission americana. L’agenzia governativa indipendente, infatti, nella persona del suo presidente Tom Wheeler (nella foto) ha espresso forti perplessità in merito alla condotta dell’operatore mobile che, in caso traffico particolarmente intenso, ha deciso di rallentare la rete 4G-Lte alla quale ricorreva parte dei vecchi clienti “unlimited” (pacchetti in via di sparizione), la cui “colpa” è quella di utilizzare troppi dati collegandosi dal proprio smartphone su siti particolarmente congestionati.

Un’iniziativa, questa di Verizon, che Wheeler non ha esitato a definire “inquietante”, dicendosi “particolarmente turbato dalla vicenda, poiché in questo modo si vanno a compiere delle distinzioni”.

Immediata la risposta di Verizon che ha confermato la liceità della propria condotta, spiegando – per voce di Kathleen Grillo, senior vice president del gruppo – che i clienti erano al corrente dell’iniziativa (accettata dagli stessi con minime o addirittura inesistenti riluttanze), al pari della stessa Fcc. In questo senso Grillo ha espresso tutto il suo stupore, affermando che la politica di ottimizzazione della società “era stata approvata dalla stessa agenzia, in quanto mira ad offrire un servizio ottimale per tutti i clienti anche in periodi di congestione del traffico”.

Occorre ricordare che Verizon – la cui quota del 45% era stata ceduta da Vodafone lo scorso settembre per la cifra record di 130 miliardi di dollari – ha smesso di offrire piani illimitati nel 2012, proponendo ai clienti una serie di piani tariffari differenziati in base alla specifica quantità di dati che intendono consumare. Nel frattempo il colosso di telefonia statunitense ha chiuso il secondo trimestre con utili e ricavi in linea con le previsioni. Da aprile a fine giugno 2014 la società ha realizzato profitti per 4,21 miliardi di dollari, 1,01 dollari per azione, contro i 2,5 miliardi, 78 centesimi per azione dello stesso periodo del 2013. L’utile è salito da 73 a 91 centesimi per azione, mentre il fatturato è cresciuto a 31,48 miliardi (+5.7%), il maggiore tasso di crescita in sei trimestri. E ancora, Verizon ha aggiunto 1,4 milioni di abbonati per i servizi wireless (contro i 539.000 del primo trimestre), 1,15 milioni per i servizi tablet e 304.000 per quelli telefonici. In totale, la società ha 104,6 milioni di clienti retail, il 4,6% in più rispetto al 2013, con il fatturato indotto dalle attività wireless cresciuto del 7.5% a 21,5 miliardi di dollari.

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