GOLDEN POWER

Telecom Italia, ora la rete è meno blindata

In vigore dal 15 agosto il nuovo decreto della Dpcm che individua gli asset del settore Difesa coperti dal golden power. La dorsale Telecom esce dall’elenco delle infrastrutture da tutelare dalle scalate degli operatori europei

Pubblicato il 19 Ago 2014

m.s.

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Meno blindata Telecom Italia e la sua rete. Da venerdì scorso il gruppo delle tlc e la sua dorsale telefonica non sono più coperti dalle mire degli operatori europei, ma solo da eventuali scalate ostili dei player extra Ue. Lo scrive Milano Finanza ricordando che il 15 agosto è entrato infatti in vigore il nuovo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm) che individua gli asset del settore Difesa coperti dal golden power, ovvero i nuovi poteri antiscalata che hanno sostituito la vecchia golden share.

La novità principale del provvedimento, rispetto al precedente decreto (che viene abrogato), è proprio che tra gli asset protetti non figurano più “le reti e gli impianti utilizzati per la fornitura dell’accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale e dei servizi a banda larga”.

Una marcia indietro rispetto alla norma inserita in fretta e furia nel golden power sulla Difesa nell’ottobre 2013 (con il decreto numero 129), come mossa difensiva rispetto al rafforzamento della spagnola Telefonica in Telco, primo azionista di Telecom Italia. La decisione dell’esecutivo sarebbe legata al fatto che il provvedimento anti-spagnoli era finito nel mirino della Commissione Ue; senza contare che tutti i pareri consultivi (da quelli del Parlamento all’Agcom, fino al Consiglio di Stato) avevano sottolineato la necessità di chiarire la nuova disciplina, che duplicava la protezione della rete telefonica, individuata come asset strategico sia dal Dpcm sul comparto Difesa che da quello su Tlc, Trasporti ed Energia.

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