IL CASO

Bip mobile, la parola passa ai creditori

Il tribunale di Roma ammette l’Mvno al concordato preventivo. Se il piano che il commissario giudiziale presenterà il 22 ottobre sarà accettato l’operatore virtuale, che ha interrotto il servizio a dicembre 2013, potrà evitare il fallimento

Pubblicato il 25 Ago 2014

Antonello Salerno

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L’adunanza dei creditori di Bip Mobile è stata fissata per il 22 ottobre dal Tribunale di Roma, che ha così ammesso l’operatore virtuale alla procedura di concordato preventivo, con il decreto del 18-23 luglio 2014 emesso dal giudice delegato Daniela Cavaliere e pubblicato sul sito portalecreditori.it. In quella sede il commissario giudiziale nominato dal tribunale, il commercialista Giampiero Sirleo, illustrerà ai creditori iscritti alla procedura il piano di riparto per chiudere la questione, e loro, con Telogic in prima linea, potranno decidere se accettare la soluzione o rifiutarla, provocando così l’apertura della vera e propria procedura fallimentare.

Se il piano di riparto proposto dal commissario dovesse essere accettato dai creditori, che insieme all’enabler che a fine 2013 ha aperto il caso annoverano anche tutti i fornitori di servizi che hanno emesso fatture non onorate da Bip Mobile, l’operatore virtuale potrebbe evitare di fatto il fallimento e teoricamente riprendere a operare cercando nuovi clienti e mantenendo quelli che fino a oggi non hanno avanzato richiesto la portabilità del loro numero ormai “bloccato” verso altri operatori.

Intanto il 28 luglio l’Agcom aveva chiuso il procedimento per l’omessa comunicazione agli utenti dell’interruzione del servizio con una sanzione di 206mila euro. Nel frattempo i clienti del Mvno, al di là dei numeri che sono man mano stati “abbandonati” o delle seconde Sim rimaste inutilizzate, sarebbero ormai per la stragrande maggioranza migrati verso gli altri gestori.

Bip Mobile, operatore virtuale nato nel 2012, aveva interrotto la propria attività il 30 dicembre 2013 a causa di un contenzioso tra il Mvno e il suo enabler Telogic, senza darne comunicazione ai propri utenti, che si erano trovati da un giorno all’altro con i telefoni muti. Da lì nacque una battaglia degli utenti e delle associazioni dei consumatori per vedersi riconoscere la portabilità del numero e il credito residuo.

Il termine per utilizzare la procedura straordinaria di portabilità, predisposta da Agcom in collaborazione con tutti gli operatori di telefonia mobile per consentire ai clienti Bip Mobile che lo avessero desiderato di mantenere il proprio numero cambiando operatore, era scaduto il 15 marzo.

“I più penalizzati – commenta Francesco Luongo, vicepresidente nazionale del Movimento difesa del Cittadino – sono i consumatori. Siamo di fronte alla dimostrazione che se i disservizi colpiscono anche un gran numero di utenti, questi di fatto non hanno tutela, perché in pochi accettano di farsi carico delle spese per l’iscrizione tra i creditori dovendo recuperare somme tutto sommato esigue. Invece di pensare a più o meno trasparenti banche dati dei clienti morosi, le Telco dovrebbero pensare a istituire un fondo per i consumatori che serva per i risarcimenti in queste situazioni”.

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