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Copia privata, Scorza: “L’Italia prenda esempio dalla Francia”

Hadopi: Isp e tv via satellite devono consentire agli utenti di poter conservare i contenuti anche su piattaforme diverse da quelle fornite dal provider. Quanto ci metterà il vento che soffia da Parigi ad arrivare nel nostro Paese?

Pubblicato il 29 Set 2014

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Gli Internet service providers che offrono contenuti televisivi via Adsl e le emittenti satellitari devono consentire ai propri utenti di realizzare una copia privata delle loro trasmissioni senza limitarne la fruizione al dispositivo o decoder da loro fornito.

E’ questa la sintesi di una decisione che la Hadopi – l’Alta Commissione istituita in Francia per la diffusione delle opere e per la loro tutela – ha reso nei giorni scorsi su richiesta di due cittadini che lamentavano una serie di restrizioni alla loro facoltà di effettuare una copia privata di trasmissioni televisive ricevute in un caso via Adsl e in un altro via satellite.

Le restrizioni lamentate dagli utenti concernevano, in un caso, l’esigenza di utilizzare, necessariamente, il dispositivo del fornitore di servizi di Tv via Internet e, nell’altro caso, l’impossibilità di conservare le copie private realizzate al di fuori del decoder satellitare con la conseguenza di dovervi rinunciare in ogni caso di sostituzione del decoder stesso o di cambio del fornitore di servizio.

Secondo i componenti della Hadopi, benché talune restrizioni alla facoltà di effettuare copie private possano considerarsi giustificate dall’esigenza di tutelare efficacemente i diritti degli autori, le restrizioni in questione sono sproporzionate ed ingiustificate.

I fornitori di contenuti via Internet e via satellite, quindi, dovranno “aprire” i loro decoder e dispositivi agli utenti e consentire a questi ultimi – per dirla in modo sintetico ed inevitabilmente approssimativo – di collegarvi un hard disk esterno per fare una copia privata da esportare poi su qualsiasi device inclusi, naturalmente, Pc, tablet e smartphones.

A questo punto non resta che vedere quanto il vento che soffia da Parigi ci metterà ad arrivare in Italia dove la più parte dei fornitori di contenuti adotta analoghe restrizioni e dove sono appena entrate in vigore le nuove tariffe del c.d. equo compenso per copia privata che, peraltro, rendono straordinariamente più salata la copia domestica dei programmi televisivi fatta attraverso smart tv ed ogni altro dispositivo idoneo a registrare le trasmissioni Tv.

Visto che tanto si paga comunque e si paga salato, difficile credere che i consumatori italiani rinunceranno a voler vedere sul proprio tablet e sui propri smartphone il programma trasmesso la sera prima in Tv e che non hanno fatto a tempo a vedere.

E che faranno i grandi fornitori di contenuti via internet e satellite? Si adegueranno spontaneamente o attenderanno che i consumatori esigano la stessa facoltà pretesa dai consumatori francesi anche in Italia?

Questa volta la Hadopi – nota al grande pubblico della Rete per essere il “censore” cattivo che minaccia la disconnessione agli utenti che scaricano contenuti pirata – ha mostrato il suo volto buono: quello della garante della promozione della circolazione dei contenuti digitali nel rispetto dei diritti degli autori ma, ad un tempo, dell’interesse dei consumatori a fruire delle opere protette senza restrizioni ingiustificate e sproporzionate.

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